Prosegue la corsa del Brunello di Montalcino che nei primi nove mesi dell’anno vede una crescita dei ricavi del 21,5 per cento. Ad aumentare è anche il prezzo medio tra prodotto di ‘Annata’ e ‘Riserva’, ora vicino ai 27 euro alla bottiglia franco cantina (+14%, con punte di oltre il 24% negli Usa).
Un caso esemplare di questo fenomeno, portato sul palco dell’ultimo summit di Pambianco-PwC, è quello del fondatore stesso del Brunello, ovvero Biondi-Santi. Tre anni fa, con il suo arrivo in azienda, il CEO Giampiero Bertolini, ha alzato il prezzo del 70% con l’intento di riposizionare il marchio e puntare sulla premiumness. E, come conseguenza, le vendite sono aumentate, tanto che quest’anno nel giro di due mesi e mezzo, Biondi-Santi è riuscito ad allocare tutto il vino.
Tornando ai risultati generali del Brunello, la proiezione sui 12 mesi del 2022, secondo il Consorzio del Brunello di Montalcino, porta a un valore complessivo delle vendite vicino ai 250 milioni di euro. In crescita anche i numeri relativi al Rosso di Montalcino, con rialzi sia in valore (+20%) che in volume (+9 per cento). Questi risultati, provenienti dall’indagine condotta dal nuovo Osservatorio Prezzi del Consorzio, si basa su un campione di aziende che incidono per il 28% sul venduto della denominazione.
La domanda interna si conferma in forte ascesa, rappresentando un terzo dell’intero mercato, grazie a una crescita dei volumi che supera il 17%, con i valori a +31 per cento. Tuttavia, è l’estero a tirare maggiormente, a partire dagli Stati Uniti, dove con il dollaro forte ha pesato meno il rialzo del valore medio (+25%), a fronte di volumi stabili. Dietro agli Usa, che da soli valgono in valore il 33% delle esportazioni, vola la domanda canadese (+27%) e cresce in doppia cifra anche la Germania, che supera la piazza del Regno Unito, unica tra le principali in difficoltà (-15 per cento).
“Chi quest’anno si aspettava una pausa di riflessione sui mercati dopo gli exploit dell’ultimo biennio dovrà ricredersi”, dichiara il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci. “La denominazione continua a girare oltre le attese a prescindere dai ranking delle annate, grazie a un brand collettivo sempre più riconosciuto e apprezzato nel mondo. Ciò detto, la difficile fase congiunturale che ci attende nel breve e medio periodo ci impone massima attenzione: il Fondo monetario internazionale prevede una fase recessiva nel 2023 per l’Italia e la Germania e anche negli Usa le recenti prospettive al ribasso per i prodotti super premium analizzate da Rabobank suonano come campanelli di allarme da non trascurare”.
Complessivamente, nei primi nove mesi del 2022 sono state vendute quasi sette milioni di bottiglie di Brunello di Montalcino tra i prodotti di ‘Annata’, ‘Vigna’ e ‘Riserva’.