Continua l’espansione di Esselunga in termini sia geografici sia di servizi. Come raccontato da Roberto Selva, chief marketing & customer officer di Esselunga, in occasione del secondo summit dedicato al settore wine&food organizzato da Pambianco-PwC, “continuiamo ad aprire negozi nelle aree che reputiamo le più strategiche e complementari alla nostra rete. Stiamo sviluppando la rete urbana con il marchio LaEsse e infatti ne apriremo uno a breve a Roma”. In generale, “guardiamo con grande interesse la Liguria e la stecca verso Venezia, Roma che è una piazza molto importante anche se complicata in termini di permessi e sviluppo, e poi continuiamo ad espanderci dove ci sono opportunità anche nelle aree più storiche, tra Lombardia e Toscana”.
L’importante, precisa Selva, è riuscire a essere local in quanto “il mercato del food è molto locale. A Roma, per esempio, dopo uno studio di oltre due anni, siamo arrivati a inserire oltre 670 fornitori locali per rispondere al meglio alle esigenze del luogo”.
Così come cresce il numero di store a insegna, si rafforzano anche i servizi online di Esselunga. In primis l’e-commerce per il quale il supermercato da circa 9 miliardi di euro di ricavi ha introdotto diverse modalità: dal servizio in tre ore per rispondere alle esigenze del quick commerce (ovvero la delivery quasi istantanea) allo sviluppo dei locker, presenti in alcuni negozi o in altre sedi.
Per quanto riguarda l’anno in corso, l’aumento dei costi delle materie prime andrà ad incidere sui margini del palyer. “Siamo in un periodo difficile – prosegue Selva – veniamo da pandemia, guerra, inflazione”. Inoltre “erano anni che non vedevamo aumenti di materie prime così importanti, in primis l’energia della quale noi facciamo un uso veramente massivo avendo anche la produzione: dalla bakery, alla lavorazione del pesce a quattro gradi, della carne, la movimentazione logistica e la catena del fresco all’interno dei negozi”. A ciò si aggiungono poi le problematiche sociali legate al reperimento del personale “in quanto la gente ha cambiato il paradigma e la scala dei valori”.
Attualmente, “la crescita del settore è legata in parte al contenuto inflattivo. Noi abbiamo cercato di fare una campagna molto forte sui prezzi partita a novembre 2021 ma oggi dobbiamo anche noi scaricare a valle le tensioni sui prezzi e, pertanto, avremo un bilancio con margini minori”. Alcuni consumatori “tenderanno quindi a deflazionare il carrello, ma, tra qualche mese, quando l’energia avrà eroso il potere di acquisto di alcune categorie di consumatori, questi arriveranno a rinunciare all’acquisto e ciò significa entrare in una fase recessiva”.