Con le sue 50mila bottiglie all’anno, l’Italia è il secondo mercato europeo per Henriot. È per questo motivo che la maison fondata a Reims nel 1808 ha scelto Milano per la prima internazionale della sua ultima creatura: L’Inattendue. Uno champagne che sarà prodotto solo nelle migliori annate e, soprattutto, sarà quasi sicuramente diverso di volta in volta. Quest’anno, con la vendemmia 2016 lo farà con un 100% chardonnay proveniente esclusivamente dal Gran cru Avize. La prossima volta non si sa, considerato che dei 140 ettari a disposizione della chef de cave Alice Tétienne, ventinove sono Cru, e non tutti, ça va sans dire, sono di chardonnay.
L’operazione, voluta dall’attuale presidente Gilles de Larouzière Henriot, ottava generazione della famiglia, è l’ultima iniziativa di un marchio che, come ha spiegato il suo direttore commerciale Antoine Granger, “dopo la crisi da Covid nel 2020, ha segnato un gran recupero nel 2021, mentre per quest’anno ci aspettiamo una crescita importante: siamo al +25% sul budget e a +40% sui primi cinque mesi contabilizzati”. Il che si traduce, potenzialmente, in circa 28milioni di euro, considerando che l’ultimo esercizio aveva registrato 20milioni di euro (con 900mila bottiglie vendute), sei milioni di più di quanto fatto due anni prima (600mila) e in linea con il 2019 (950mila).
Una performance sostenuta, “da una significativa rivoluzione in termini di mercato”, ha sottolineato Granger. “Perché se nel 2019 il 60/65% della nostra produzione era destinata alla Francia, e gli Stati uniti erano il nostro primo sbocco oltre confine, proprio a partire dall’anno scorso, il mercato domestico sì continua a essere il primo, ma il 70% delle nostre bottiglie ora sono dirette in esportazione”. Gli Usa sono sempre la meta prediletta, seguono Giappone, Regno Unito e, con le sue già citate 50mila bottiglie, l’Italia, dove dal 2021 Henriot è distribuito da Barone Ricasoli, e che, come ha precisato Antoine Granger, “è un palcoscenico che ci interessa molto, che funziona nelle grandi città come Milano e Roma, così come in Toscana e nelle zone di mare del sud”.
Mentre guardando all’economia di gruppo, e ricordando che che la famiglia Henriot possiede anche Bouchard père & fils (Borgogna), William Fèvre (Chablis) e Beaux frères (Oregon, Usa), l’obiettivo di fine anno è quello di sfondare quota 100 milioni di euro registrata a fine 2021.