Nell’ultimo decennio, le annate del Bordeaux sono stata baciate dalla fortuna. Nonostante la regione abbia sperimentato la sua parte di gelate, grandinate, siccità e inondazioni, solo le annate 2013 e 2017 si sono distinte per aver fornito, in termini comparativi, vini insignificanti.
L’annata 2021, che in un primo tempo era stata salutata da Liv-Ex come un’opportunità per “dare energia” al mercato en primeur ritenendo che fosse di qualità ragionevole e paragonabile a quella del 2014, al contrario, in termini di qualità, non è stata all’altezza dei suoi immediati predecessori.
Nel recente report elaborato da Liv-Ex “Bordeaux 2021: Predictable Chaos”, la campagna è stata definita “una delle meno riuscite degli ultimi tempi” e i risultati hanno deluso gli operatori di tutto il mondo. Inoltre, ancora una volta, molti acquirenti e collezionisti si sono chiesti il significato e l’utilità di questo evento che oltre a richiedere un impegno in termini di tempo produce ricavi miseri. Va sottolineato che quest’anno il ritmo della campagna è stato rallentato da fiere e festività e diverse aziende hanno rilasciato i vini prima del previsto mentre altre non hanno rispettato le scadenze precedentemente fissate.
Secondo quanto indicato da Liv-ex ciò che è stato maggiormente criticato è l’aver dato “poca considerazione alle attuali condizioni macroeconomiche e all’impatto sull’appetito degli acquirenti” in un momento in cui l’inflazione è dilagante e le prospettive economiche sono incerte. Il risultato è stato un significativo calo delle vendite rispetto all’anno precedente, sia in termini di volume sia di valore, fino al 60% e in alcuni casi, le vendite di vini solitamente affidabili non hanno segnato prezzo.
In particolare sul fronte dei volumi, sempre secondo quanto riferito da Liv-ex, la campagna ha evidenziato una continua contrazione della quantità di stock in uscita. La maggior parte delle produzioni è diminuita del 20%, del 30% o anche di più rispetto alla quantità rilasciata l’anno scorso. Il 2021 è stata quindi un’annata relativamente scarsa e alcune tenute hanno perso gran parte del loro raccolto. Per questo motivo, la produzione di Château Haut-Bailly è stata inferiore del 60% rispetto all’anno scorso mentre altre tenute hanno superato relativamente indenni dai problemi di gelo e muffa ma hanno comunque ridotto i volumi del 30 per cento.
Per quanto riguarda i prezzi in generale la tendenza ha evidenziato prezzi sostanzialmente stabili rispetto al 2020, ma non sono tuttavia mancati valori in calo. Ad esempio, Château Léoville Las Cases ha registrato la riduzione più consistente, pari al 14,6% a 169 euro la bottiglia. Tra i vini che, al contrario, hanno evidenziato valori in aumento troviamo Clos du Marquis, della scuderia Domaines Delon, che ha segnato l’incremento più elevato tra i vini rossi pari al 12,9 per cento. La maggior parte degli aumenti più significativi è stata tuttavia registrata dai vini bianchi, con i produttori che puntano su volumi contenuti e sul ritorno del successo di critica per spingere la domanda. Tra gli incrementi più consistenti i bianchi liquorosi e secchi: +53% per Château Lafaurie-Peyraguey, +43% per Château Suduiraut e +24% per il Blanc de Lynch-Bages.
Tra i punti di forza della campagna Bordeaux en primeur 2021 le performance dei First Growth, insieme a Lafleur, Calon Ségur e Les Carmes Haut-Brion. Il prezzo di quest’ultimo ha raggiunto 92,50 euro Iva esclusa la bottiglia che pur essendo superiore ai prezzi delle annate 2020 e 2019, segue perfettamente la regola d’oro dei en primeur, offrendo uno sconto del 31% e del 35% sui rispettivi prezzi di mercato attuali delle due annate precedenti.