Sanpellegrino chiude il 2021 con quasi 3,5 miliardi di bottiglie prodotte e un fatturato a quota 878 milioni di euro, contro gli 893 milioni di euro del 2020 e i 981 milioni del 2019. Considerando però questi valori al netto della quota di fatturato di Acqua Vera, ceduta a giugno 2020, i ricavi dell’ultimo anno fiscale risultano superiori al 2020 e “sostanzialmente” in linea con il 2019.
Una performance raggiunta grazie all’export, cresciuto del 10,7% sul 2020 e del 4,8% sul 2019 raggiungendo i 577 milioni di euro, pari al 65% dei ricavi complessivi. Nello specifico, gli Usa, primo mercato in termini di vendite del gruppo, hanno messo a segno un +4,8%, a cui hanno fatto eco le “ottime” performance di Canada (+8%), Regno Unito (+25%) e Cina (+32%), Paese in cui, tra l’altro, si è registrata un’impennata delle vendite (+44%) di Acqua Panna.
Il mercato italiano ha generato un fatturato di 301 milioni di euro, pari a una crescita del 14% rispetto al 2020, con un incremento del 32% di Acqua Panna, del 38% di S.Pellegrino e del 7% per Levissima che, inoltre, ha realizzato il record storico di volumi venduti “grazie al contribuito dell’e-commerce e delle sue acque aromatizzate e funzionali che hanno conquistato la leadership del segmento nella seconda parte de 2021″, come si legge in una nota.
Nell’anno, inoltre, il gruppo ha proseguito il proprio impegno nel promuovere un’economia circolare e, tra le altre attività, ha lanciato sul mercato italiano la prima bottiglia Levissima fatta con il 100% di R-Pet. Nell’anno, inoltre, Sanpellegrino si è unita alla call to action ‘CEO Carbon neutral challenge’, l’iniziativa lanciata nel novembre del 2019 dal presidente e CEO di Gucci Marco Bizzarri per affrontare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità.
Per quanto riguarda il 2022, “siamo consapevoli che l’intero settore del beverage non alcolico, e con esso la nostra azienda, si trovano di fronte ad una nuova sfida”, ha dichiarato Stefano Marini, AD del Gruppo. “Le prospettive di proseguimento della fase espansiva sono infatti sottoposte a crescenti pressioni legate alle tensioni sulle filiere produttive e logistiche aggravate dal delicato contesto internazionale, uno scenario che potrebbe anche influire sui consumi”.