Il 2022 si apre con un “serio problema di sostenibilità economica per molte aziende del sistema food”. È quanto emerge da un’anticipazione presentata in occasione della fiera Cibus dal Fim-Food Industry Monitor, l’osservatorio sul settore food italiano realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in collaborazione con il gruppo bancario svizzero Ceresio Investors. Nello specifico, lo studio evidenzia come le aziende del settore potrebbero arrivare addirittura a interrompere la propria produzione a causa dei rincari dei costi dell’energia (fino a sette volte rispetto ai livelli dello scorso anno) e per l’impossibilità di approvvigionarsi a prezzi corretti delle materie prime.
“Le tensioni sui prezzi di prodotti come il frumento – puntualizza infatti Claudio Bongiovanni, presidente Ece-European Commodities Exchange e CEO di Molini Bongiovanni – non sono generate dalla mancanza di disponibilità dei prodotti, ma dalla corsa a costituire scorte e dai movimenti speculativi amplificati dai mercati telematici delle commodities”.
In questo contesto, come emerge dalla ricerca, anche le esportazioni, che lo scorso anno avevano assistito a una ripresa, risentiranno delle tensioni internazionali e andranno incontro a un rallentamento. In particolare, si attendono segnali di frenata dal mercato Usa, “dove la Fed, alzando i tassi, ha mandato un chiaro segnale di ‘raffreddamento’ della crescita” e dal mercato cinese, “dove le previsioni sul pil per il 2022 sono state recentemente riviste al ribasso”.
Malgrado la situazione corrente, non tutti i comparti del food sembrano però risentire di questi fenomeni. Il caffè, per esempio, prosegue il trend positivo “alimentato dalla ripresa dei consumi out of home dopo la fine della fase acuta della pandemia”.
In ogni caso, “la crescita del settore food per il 2022 dovrà fare i conti con l’inflazione a la forte riduzione del potere di acquisto delle famiglie, eroso dalle spese per l’energia e i trasporti”, specifica Carmine Garzia, responsabile dell’osservatorio Fim. “Gli acquisti nella gdo si sposteranno progressivamente su prodotti budget e probabilmente anche il consumo out of home potrà essere intaccato”.
L’osservatorio completo, che analizza le performance di crescita, redditività, l’evoluzione dei modelli di business e i trend di mercato nazionali e internazionali di circa 860 aziende del food italiano operanti in 15 comparti con un fatturato aggregato di oltre 66 miliardi di euro, sarà presentato il prossimo 23 giugno presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.