Il 2021 per Veroni è stato un anno a stelle e strisce. Negli Stati Uniti il salumificio di Correggio ha, infatti, registrato un incremento di fatturato del 23,7% rispetto all’anno precedente, risultato che ha contributo a portare l’azienda a un giro d’affari globale di 140 milioni di euro. “Negli ultimi tre anni abbiamo registrato una crescita progressiva”, spiega a Pambianco Wine&Food la marketing manager Emanuela Bigi, ricordando il fatturato del 2020, chiuso con 130 milioni di euro, e del 2019, arrivato a quota 120 milioni.
Nel primo trimestre 2022 il trend di crescita oltreoceano, pari al 30%, “è ancora più incoraggiante – recita una nota – tanto che Veroni si conferma negli Usa tra i primi 20 brand, e in assoluto il primo italiano, all’interno del segmento libero servizio degli affettati di tutti i tipi di carne”.
Oltre allo stabilimento di Correggio, tutt’ora sede dell’azienda, Veroni ha altri cinque stabilimenti di produzione in Emilia-Romagna e, dal 2016, un impianto di affettamento nel New Jersey, dove l’impegno che si è rafforzato nel tempo. “Volevamo mantenere l’unicità dei prodotti con la produzione esclusiva nei nostri sei stabilimenti sul territorio italiano ma allo stesso tempo affrontare il mercato con volumi di vendita importanti a prezzi adeguati”, afferma il presidente del gruppo Stefano Veroni.
La quota export incide per il 30% sul fatturato globale e include il mercato Usa che “è molto importante, come lo è il mercato europeo, tra cui spiccano Germania e Francia”, prosegue Bigi. Per quanto riguarda gli obiettivi, al primo posto c’è il rafforzamento della presenza sul mercato americano investendo nella ricerca e nel lancio di nuovi prodotti made In Italy. “Il nostro obiettivo di offrire un salume 100% italiano, e non semplicemente un prodotto realizzato seguendo una ‘Italian recipe’, è stata la formula vincente. Al tempo stesso vogliamo puntare sul mercato italiano ed europeo intercettando le esigenze dei consumatori sempre più attenti a coniugare benessere, gusto e salute”.
Il 2022 è iniziato, infatti, con il lancio della Briosa, mortadella light con il 40% in meno di grassi e il 30% in meno di sale e calorie. “Per un’azienda che deve la sua notorietà alla mortadella sviluppare una versione light che mantenesse le caratteristiche organolettiche di quella tradizionale è stata una vera sfida”, rivela la marketing manager. “Il nostro forte interesse verso l’aspetto nutrizionale del prodotto ci ha guidati inoltre nello sviluppo della colazione salata BrioBrain: disponibile in quattro varianti, questo prodotto offre una colazione pronta da gustare che include una brioche o uno gnocchino con salumi Veroni e formaggi, una porzione di mandorle e due bustine di tisane bio. Le componenti della nostra colazione salata sono state studiate in collaborazione con una nutrizionista per offrire il giusto mix di carboidrati, proteine e grassi buoni, indispensabili per affrontare al meglio la giornata. Significativo è in questo senso lo sviluppo di una campagna marketing e comunicazione a supporto”. Un lancio caratterizzato dalla collaborazione con un testimonial d’eccezione nel mondo dello sport, il calciatore italiano Giorgio Chiellini.