Dopo il boom nella prima fase della pandemia, la vendita online di vino e spirits traina il mercato e diventa un canale strategico per tutte le cantine. Confermate crescite a due cifre. E l’apertura del capitale spinge i top player sull’internazionalizzazione.
Le crescite a tre cifre (che mese su mese erano arrivate anche a quattro cifre) della prima fase di pandemia sono ormai archiviate, ma l’e-commerce del vino continua a crescere. E soprattutto si consolida, diventa un canale importante (per quote di mercato) e strategico, ma anche territorio per operazioni rilevanti di M&A. Il 2021, con il boom degli acquisti maturato in tempo di lockdown, ha reso operative importanti evoluzioni. Dopo l’ingresso di Campari in Tannico a metà 2020 (la multinazionale ha acquisito il 49% del capitale con un’operazione da 23,4 milioni di euro) e l’acquisizione del 60% di Callmewine da parte della famiglia Pesenti (per 13 milioni di investimento), anche Xtrawine ha giocato di espansione con l’acquisizione del pacchetto di controllo da parte di Made in Italy Fund, il fondo di private equity gestito da Quadrivio & Pambianco. Nonostante questi movimenti importanti, le posizioni non sono mutate nella Top5 del vino online, che però vede una considerevole crescita dei volumi, con progressioni a due cifre nel giro d’affari. E la prospettiva è di ulteriore rafforzamento.
VALAP INTERNAZIONALIZZA TANNICO
A guidare la classifica è ancora il gruppo Tannico, che dopo l’acquisizione di Valap in Francia avvenuta nel 2021 ha ormai la prevalenza dei ricavi all’estero. “Lo scorso anno – conferma a Pambianco Wine&Food il CEO e co-founder Marco Magnocavallo – siamo arrivati oltre i 76 milioni di ricavi pro-forma (vs i 37 milioni del 2020, ndr) con una quota di oltre il 55% all’estero, dove serviamo clienti in 18 Paesi. Importante sottolineare l’ottima performance dei vini importati in Italia in esclusiva da Tannico e dei vini da collezione che complessivamente segnano un +150% rispetto all’anno precedente, con una quota ormai significativa dei ricavi del gruppo”.
Tannico oggi è impegnata nel processo di integrazione di Valap e nell’espansione internazionale di entrambe le società. “Per Tannico – chiarisce il CEO – continuiamo nell’espansione delle nostre attività legate ai vini che importiamo in esclusiva e nella selezione di vini da collezione. Il 2022 ci vedrà impegnati nel consolidamento di WinePlatform che vede ormai oltre 300 diverse cantine a bordo e nella crescita dei servizi b2b dedicati all’horeca che stanno riscuotendo sempre un maggiore consenso”.
Dopo il boom in pandemia, oggi “vediamo un mercato in assestamento”, chiosa Magnocavallo, per il quale la tipologia di consumo si è normalizzata, mentre la propensione all’acquisto online “si è definitivamente consolidata e stabilizzata”. E questo ha portato a consolidare il rapporto con le cantine. “L’omnicanalità che può offrire Tannico grazie al Wine Bar di Milano e al Wine Corner al Mercato Centrale, ci permette di consolidare i rapporti con le cantine organizzando eventi e attivazioni multicanale”, conclude Magnocavallo.
LA GERMANIA TRAINA VINO.COM
Al secondo gradino del podio si conferma Vino.com che nel 2021 ha realizzato un quarto dei 43 milioni di fatturato all’estero, con una quota rilevante del mercato tedesco nel quale il gruppo opera direttamente dal 2020, con una maggior concentrazione di clienti in Baviera e nel Baden-Württemberg, oltre che a Berlino e Amburgo. “Dall’inizio dell’attività di Vino.com abbiamo consegnato 8 milioni di bottiglie e poco meno della metà sono state spedite nel solo 2021”, chiarisce il CEO & co-founder Andrea Nardi Dei. “Le analisi indicano un ritorno all’acquisto di bottiglie di fascia premium, dopo un anno di consumi di vini più quotidiani coi lockdown. Champagne e prosecco sono in grande spolvero, con crescite del 60% per le bollicine”.
Dopo i lockdown, “molti consumatori si sono consolidati scegliendo di utilizzare le piattaforme online per efficienza, comodità di servizio ed esperienza, come la scoperta di etichette altrimenti difficili da intercettare. Vino.com mette a disposizione del pubblico oltre 7.500 etichette, una vera guida adatta anche ai meno esperti”. La progettualità di Vino.com spinge ora sull’acceleratore dell’internazionalizzazione (avviata nel 2020) e, dopo lo sbarco recente in Austria, “prossimamente integreremo le dogane di Finlandia, Gran Bretagna, Spagna e Svizzera”, annuncia Nardi Dei. Il rapporto con i produttori è sempre più stretto: “oggi circa 2mila cantine nazionali e internazionali sono presenti sulla nostra piattaforma – conclude il CEO – e siamo al loro fianco. Gli scenari in continuo mutamento e gli extra costi delle materie prime stanno determinando l’aumento dei prezzi, che Vino.com contiene in pochi punti percentuali per tutelare cantine e consumatori, salvaguardando la concorrenzialità”.
BERNABEI CRESCE E DIVENTA SPA
Conferma una ‘normalizzazione’ anche Bernabei, che dopo un inizio 2021 in accelerazione, nella seconda parte dell’anno ha registrato un rallentamento nonostante i nuovi lockdown. “Abbiamo chiuso a 37 milioni tra vendite online e retail (ma la quota dei punti vendita è residuale)”, riferisce il GM Francesco Giontella. “È stata attivata la consegna in 30 minuti su Roma, Milano, Bologna e Torino, ma non si è ripetuta l’esplosione di inizio pandemia. Siamo cresciuti così tanto in breve tempo che adesso si sta verificando una fase di assestamento. Il terreno comunque è molto fertile, poiché la penetrazione di mercato è ancora bassa (oggi l’online vale il 4% rispetto al totale beverage). Probabilmente il 2022 sarà di assestamento, mentre vedo un nuovo slancio dal 2023”. Anche se crisi energetica e delle materie e la crisi ucraina porteranno a rincari delle etichette, “ma soprattutto ad una riduzione del potere d’acquisto per l’utente in fascia media, che potrebbe rinunciare ad un prodotto voluttuario”, chiarisce il manager.
Oggi il rapporto con le cantine è stretto, anche perché “iniziano a capire che l’online oggi ha un peso importante destinato a crescere e tra dieci anni arriverà a pesare forse il 30% del venduto”. A inizio 2022 Bernabei si è riorganizzata diventando una spa e questo potrebbe preludere novità sull’apertura a investitori esterni. “Ancora non lo abbiamo fatto ma ci siamo però seduti a più tavoli e stiamo vagliando diverse ipotesi. Vediamo la spinta che i competitor stanno ricevendo con l’apertura del capitale, che permette azioni strategiche accelerate”, conclude Giontella.
CALLMEWINE ALLARGA IL PORTAFOGLIO
Anche Callmewine archivia un 2021 di forte crescita (+40%) e pur presente anche in Francia e Germania, “il fatturato estero resta marginale, ma mostra un forte potenziale di crescita”, conferma Paolo Zanetti oggi presidente della società e fino a tutto il 2021 anche CEO (dopo l’ingresso di Pesenti dovrebbero cambiare gli assetti operativi). “Nonostante la fine degli isolamenti imposti dal Covid – osserva il fondatore – la maggior parte dei nuovi utenti acquisiti è rimasta cliente della piattaforma, a dimostrazione che il servizio e-commerce è diventato un’abitudine. Il nostro focus resta il servizio e in particolar modo l’attenzione alla qualità della selezione, che continueremo ad ampliare con prodotti ricercati”. La piattaforma punta a posizionarci come “personal sommelier” online degli Italiani. E il rapporto con i produttori, anche piccoli, risulta cruciale. “Riteniamo che molto del nostro successo stia proprio nella capacità di avvicinare i clienti alle cantine – conclude Zanetti – raccontandone la storia e rispettandone il posizionamento, i valori e le tradizioni”.
XTRAWINE SBARCA IN UK
Ha puntato da sempre sull’internazionalizzazione Xtrawine, il quinto top player dell’e-commerce enoico italiano. Attraverso i tre portali – quello con base in Italia, che serve il mercato europeo, quello a Hong Kong che fa da riferimento per il mondo asiatico e l’ultimo nato, in Svizzera – ha distribuito lo scorso anno 900mila bottiglie raggiungendo un fatturato globale di 13,6 milioni di euro, con un +26% sull’anno precedente. La sede italiana ha registrato un +60% e il marketplace di Hong Kong un +30 per cento. “Nello specifico abbiamo movimentato circa un milione di bottiglie – riferisce il CEO Alessandro Pazienza – e stiamo rilevando un costante aumento del carrello medio e del prezzo medio a bottiglia, posizionandoci nella fascia medio-alta di mercato”. Inoltre, visto il successo dell’apertura in Svizzera, dove Xtrawine prevede di superare il milione di euro di ricavi, il manager conferma anche l’apertura imminente della piattaforma dedicata al mercato Uk. “Xtrawine ha una vocazione internazionale e l’operatività multipiattaforma risulta vincente. Vogliamo crescere oltreconfine, anche se è inevitabile che le tensioni geopolitiche avranno ripercussioni negative. In questa fase critica, un bene voluttuario come il vino potrebbe risentirne, anche se nella fascia alta dovrebbe reggere”. Le proiezioni sul 2022 sono comunque di una crescita a due cifre, anche perché l’ingresso del fondo ha dato un impulso all’acquisizione di competenze specifiche rivolte all’accelerazione su scala internazionale.