Il progetto ha avuto inizio sei anni fa ed è oggi pronto per essere svelato: si tratta della linea biologica di Pasqua Vigneti e Cantine, un percorso che la cantina sta portando avanti sin dal 2016 grazie al vigneto controllato in Valpantena chiamato Cascina San Vincenzo.
Il progetto rappresenta una nuova tappa del percorso della cantina veronese verso processi di coltivazione e produzione sostenibili dei due vini principe della tradizione della Valpolicella: Amarone e Ripasso. Protagonisti i due cru Amarone Cascina San Vincenzo 2017 e Ripasso Cascina San Vincenzo 2019. “Presentiamo per la prima volta a Vinitaly un nostro single vineyard chiamato Cascina San Vincenzo”, racconta a Pambianco Wine&Food l’amministratore delegato Riccardo Pasqua. “È un vigneto meraviglioso di 10 ettari in Valpantena, sopra a Grezzana, al quale lavoriamo da dodici anni, ma è la prima volta che lo imbottigliamo come cru. Si tratta di vitigni autoctoni che, sin da quando sono stati piantati quindici anni fa, sono stati coltivati a biologico, categoria che sta diventando sempre più importante per la nostra organizzazione”.
Una proposta sostenuta dai risultati del 2021, anno durante il quale l’azienda ha raggiunto la conformità allo Standard Equalitas, che testimonia l’impegno nell’adozione di strategie di business compatibili con le esigenze dell’ambiente, dal consumo energetico ridotto ai minimi alle strutture che regolano naturalmente la temperatura, dalla minimizzazione dello spreco degli imballaggi al mantenimento di tutte le principali certificazioni di qualità. “Lo scorso anno si è chiuso bene – afferma l’AD – con un giro d’affari consolidato di 63 milioni di euro, in crescita del 14% rispetto al 2020 e del 4% in confronto al 2019. Il dato che ci rende più orgogliosi è che questa crescita è stata guidata totalmente dai nostri vini premium e ultra-premium, quindi posizionati sopra i 16 dollari in America e a doppia cifra in un’enoteca italiana”.
Su questa tendenza di consumo Pasqua ha fondato il proprio business plan, stimando di “portare i vini premium e ultra-premium dall’attuale 55% al 75% a fine 2022”.
Quanto allo scenario futuro, “l’anno è iniziato forte con ovviamente la frustrazione di una catena del valore completamente sovvertita, dove ottenere materie prime, intese come materiali secchi, è non solo economicamente molto svantaggioso rispetto al passato ma anche veramente difficile in termini di disponibilità”. In ogni caso, “tutti i nostri partner – conclude Pasqua – hanno abbracciato la strategia che abbiamo intrapreso ormai sette anni fa e quindi siamo soddisfatti e ci aspettiamo che la situazione di incertezza sarà compensata dall’entusiasmo che c’è attorno al nostro brand, fino a crescere in un alto single digit”.