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Svezia e Finlandia guidano le vendite di vino green

Svezia e Finlandia guidano le vendite di vino green

by Redazione
24 Febbraio 2022

La pandemia non ha sminuito l’importanza della sostenibilità, ma il settore vinicolo chiede uno standard uniforme e credibile. A evidenziarne la necessità è il Business Report di Prowein 2021, quinta edizione dell’indagine condotta insieme all’Università di Geisenheim, che ha intervistato circa 3mila esperti da 48 Paesi.

La certificazione di sostenibilità, si legge nel report, non è ancora così diffusa come la viticoltura biologica. È guidata dal Nuovo Mondo e dalla Francia, dove circa la metà dei viticoltori che hanno partecipato all’indagine sono già certificati sostenibili. In Spagna, Italia, Portogallo, Austria e Grecia, il 40-50% degli intervistati sta valutando la futura certificazione sostenibile. Tra le cooperative e cantine più grandi, un terzo ha attualmente una certificazione sostenibile o è in fase di certificazione, mentre le cantine più piccole non considerano ancora questa possibilità.

Nel commercio del vino e nella gastronomia, la consapevolezza della certificazione sostenibile è stata finora la meno dichiarata. Per quanto riguarda la vendita al dettaglio, Svezia e Finlandia, dove oltre il 30% delle aziende è già certificato in modo sostenibile, trainano la classifica seguite da Norvegia (27%), Francia (21%) e Austria (16%). In Europa centrale, uno su dieci dei Paesi vinicoli e dei ristoratori intervistati è stato certificato in modo sostenibile: Danimarca (11%), Belgio (9%), Paesi Bassi (8%) e Germania (7%).

Sul fronte dell’operatività, esistono tuttavia già numerose misure concrete per migliorare la sostenibilità della viticoltura. In totale, due terzi delle aziende vitivinicole intervistate hanno ridotto l’uso di erbicidi (Francia e Austria sono in testa con l’80% davanti alla Spagna con il 74%) e hanno adottato misure attive per accrescere la biodiversità (Stati Uniti 78%, Francia 72%, Germania 61%). Complessivamente, la metà delle aziende agricole ha ridotto l’uso di pesticidi (Nuova Zelanda 100%, USA 90%, Francia 80%, Spagna 70%) e quasi un terzo ha ridotto l’uso di acqua (Sudafrica 90%, Nuova Zelanda 50%, Portogallo 40%). A causa degli elevati costi di investimento, l’uso della tecnologia digitale per ottimizzare il consumo di acqua, di fertilizzanti ed erbicidi è ancora poco diffuso. I Paesi del Nuovo Mondo (Australia 50%, Usa 33% e Sudafrica 33%) si posizionano qui davanti ai Paesi del Vecchio Mondo (Spagna e Italia 22%, Francia e Portogallo 17%, Germania 11%).

Anche il commercio vinicolo e la gastronomia hanno concentrato le loro attività soprattutto sul risparmio delle risorse, ma, sottolinea il report, il sostegno ai produttori attraverso l’elencazione, la commercializzazione e la comunicazione dei prodotti sostenibili ai consumatori può essere ulteriormente rafforzato.

L’industria concorda, infatti, sulla difficoltà da parte dei consumatori di comprendere e differenziare le molteplici certificazioni ecologiche e sostenibili ad oggi disponibili. Otto esperti su dieci del settore chiedono un unico e forte standard di sostenibilità. La definizione imprecisa di sostenibilità e il rischio di greenwashing, ossia di occultazione dell’impatto ambientale, sono citati come i maggiori ostacoli alla certificazione, seguiti dalla riluttanza dei consumatori a pagare e dai costi di certificazione troppo elevati.

Su un punto, in ogni caso, convergono le opinioni degli intervistati: la viticoltura biologica ha aperto la strada a una maggiore sostenibilità nel settore vitivinicolo. Secondo le informazioni raccolte nel report, le aziende vinicole certificate sia ecologicamente che sostenibili, hanno attuato più misure per la sostenibilità ecologica rispetto alle aziende esclusivamente certificate ecologicamente.

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