È attesa per giovedì 13 gennaio la riunione del Consiglio di amministrazione di Piemonte Land of Wine, dopo il terremoto provocato dalle dimissioni del presidente Matteo Ascheri e dalla volontà espressa dal Consorzio di tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani e da quello del Roero di uscire da Piemonte Land of Winee di mettere in vendita le proprie quote societarie.
La motivazione risiede, secondo Ascheri, nella diversità di vedute e nell’impossibilità da parte della società consortile, che riunisce tutti gli enti di tutela dei vini piemontesi, di attuare una strategia realmente utile ai produttori di vino.
“Abbiamo provato in ogni modo a proporre delle iniziative serie e dei piani di promozione di ampio respiro, ma ce li hanno bocciati tutti, preferendo finanziare eventi che non vanno nella direzione da noi auspicata – ha dichiarato a La Stampa Ascheri, nominato presidente nel 2020 -. Di fronte a due visioni molto diverse sull’immagine e sul futuro del vino piemontese, l’unica soluzione era farsi da parte e proseguire ognuno per la sua strada”.
Così, il Consorzio di tutela del Barolo e Barbaresco ha deliberato di far uscire i propri rappresentanti e di mettere in vendita le proprie quote del maxi-consorzio, nato nel 2011 per promuovere gli oltre 44.000 ettari di vigneto piemontesi, che dalle province di Alessandria, Asti e Cuneo si estendono fino ai piedi delle Alpi. E lo stesso ha fatto il Consorzio del Roero.