L’alimentazione Grass Fed, ovvero il nutrimento a base di erba che dona alla materia prima una marezzatura ottimale, è alle fondamenta della produzione irlandese di carni bovine. A difenderne la specificità è Bord Bia, Irish Food Board, l’ente governativo dedicato allo sviluppo dei mercati di esportazione di prodotti alimentari, bevande e prodotti ortofrutticoli irlandesi. Stando ai dati, nel 2019 l’export dell’industria food&beverage irlandese è arrivato a quota 13 miliardi di euro, con una crescita di quasi il 67% dal 2010.
L’Italia è un mercato importante, con esportazioni del valore di 314 milioni di euro nel 2019, ed è il secondo mercato più rilevante per l’export di manzo irlandese in Europa con scambi valutati, per l’anno scorso, a 178 milioni di euro. “Il mercato è stato abbastanza robusto qui in Italia nel 2021 con una ripresa molto forte trainata dal settore del food service”, spiega a Pambianco Wine&Food James O’Donnell, direttore Italia di Bord Bia. “Quello che è emerso è, soprattutto, un dato: ora le persone sono disposte a pagare di più per la buona qualità, magari non mangiano carne tutti i giorni, ma quando la comprano vogliono che rispetti i propri obiettivi”.
Fiore all’occhiello dell’Irlanda, che riserva l’80% dei suoi 5 milioni di ettari di superficie agricola all’allevamento, è la carne di manzo, il cui valore aggiunto deriva dalle diverse razze, tra cui spiccano le Irish Angus e Irish Hereford. Una carne riconoscibile per le sue caratteristiche cromatiche: il colore rosso borgogna della polpa e il grasso dorato che la ammorbidisce in fase di cottura. “Ciò che distingue l’offerta irlandese da carni prodotte in altre aree è la produzione in armonia con la natura, secondo modalità che non sono sostanzialmente cambiate rispetto ai secoli scorsi”, precisa O’Donnell. Infatti, “è ancora prodotta in piccole fattorie di famiglia, che attingono a una conoscenza antica fondata sulla cura e sul benessere degli animali. I nostri animali trascorrono la loro vita all’aria aperta e il 95% del loro nutrimento deriva dall’erba dei pascoli. È l’alimentazione a rendere il prodotto buono per il consumatore e per l’ambiente”.
Partendo da una sostenibilità già consolidata, in quanto fondata sul modello di allevamento al pascolo, l’Irlanda ha alzato l’asticella per aumentare i risultati e per avvicinarsi sempre più ai principi dell’economia circolare. A tal fine, ha sviluppato il programma Origin Green, che promuove il miglioramento della sostenibilità lungo l’intera supply chain, dagli agricoltori ai produttori, fino ai rivenditori e alle aziende di servizi alimentari. Origin Green collabora con oltre 53.000 aziende agricole per certificare e migliorare la sostenibilità del cibo che producono. “Abbiamo iniziato questo progetto quasi dieci anni fa, prima che si iniziasse a parlare di sostenibilità – precisa O’Donnell – e oggi è parte del Government National Climate Plan, che rende l’Irlanda l’unico Paese al mondo ad avere un programma di sostenibilità a livello nazionale. Ora lo abbiamo concluso, calcolando più di mezzo milione di carbon footprint”.