Nuovo deal in casa Gruppo Montenegro. A partire dall’1 gennaio 2022 sarà il distributore esclusivo per l’Italia di Mast-Jägermeister che, quindi, concluderà la collaborazione distributiva con Davide Campari-Milano. “Il deal con Jägermeister rientra nella strategia di rafforzare sempre di più il nostro portafoglio marchi, di cui fanno parte sia brand di proprietà, che generano la maggioranza del fatturato, sia realtà in distribuzione”, spiega a Pambianco Wine&Food Marco Ferrari, Ceo di Gruppo Montenegro, realtà che nel 2019 ha registrato un fatturato di 260 milioni di euro. “Con questo brand lavoreremo molto sul canale horeca, pur non trascurando la grande distribuzione, in quanto la necessità è rafforzarne la rilevanza nel fuori casa. Il focus sarà sull’intero territorio italiano, dove Jägermeister è già presente in modo capillare, anche se dispone di una forza maggiore nel sud Italia, elemento strategico per il nostro portafoglio, storicamente più forte, invece, nel nord”. Nello specifico, “lavoreremo sulla brand activation ed education”.
Nel tempo, Gruppo Montenegro, che raccoglie nella sua orbita i brand Amaro Montenegro, Vecchia Romagna, Infusi Bonomelli, Thè Infrè, Olio Cuore, Spezie Cannamela, Polenta Valsugana, Pizza Catarì, è infatti cresciuto sia organicamente che grazie ad acquisizioni, diversificando il proprio portafoglio sia con spirits, che generano il 60% del fatturato, che con food.
Per quanto riguarda la divisione spirits, negli ultimi sette anni è cresciuta quasi del 70%, con comprensibile flessione nel 2020 vista l’esposizione sull’horeca. Ora però l’azienda sta registrando una crescita anche sul 2019, pari al 20 per cento. “Abbiamo lavorato tanto su quello che riteniamo il primo driver di crescita ovvero il ‘route to market’, e quindi sulla struttura commerciale e marketing, facendo molti investimenti sia in Italia sia all’estero”, prosegue Ferrari. Infatti, “crediamo in un approccio distributivo capillare che ti permette di costruire relazioni dirette, soprattutto con il canale horeca che pesa quasi i 2/3 della divisione spirits”. In questi anni “abbiamo quindi lavorato al progetto ‘Numero 1’, per diventare la prima struttura commerciale in Italia”.
L’estero incide per il 20% sul fatturato degli spirits e i mercati principali sono Stati Uniti, Svizzera, Germania, Canada, Austria e Australia, a cui si aggiungono, in rapida crescita sebbene con volumi inferiori, la zona dei Balcani e la Romania. L’obiettivo “è quello di innalzare la quota estero, lavorando sempre sul posizionamento dei nostri marchi e affidandoci a distributori terzi di fiducia, arrivando a un peso del 50% entro il 2025, un obiettivo ambizioso ma raggiungibile visti i tassi di crescita”, specifica Ferrari.
A proposito delle prospettive future del gruppo, l’anno in corso “sta dando grandi soddisfazioni”. Come anticipato, “stiamo crescendo in doppia cifra sul 2019, e quindi abbiamo una visione positiva del futuro, pur riconoscendo l’incertezza legata alle possibili evoluzioni della pandemia”. In ogni caso, “abbiamo in ogni caso un’ambizione: quella di diventare un punto di riferimento per la liquoristica italiana nel mondo”.