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Alla Borsa piace veg. Il latte di Oatly oltre i 13 mld $

Oatly

Alla Borsa piace veg. Il latte di Oatly oltre i 13 mld $

Di sabrinanunziata
24 Maggio 2021

Il cibo vegano piace al mercato, Borsa valori in primis. La scorsa settimana ha fatto il proprio debutto sui listini del Nasdaq Oatly, azienda fondata negli anni ’90 in Svezia e specializzata nella produzione di latte d’avena (a cui si aggiungono gelati e altri prodotti a base sempre d’avena). Con la sua Ipo, l’azienda ha raccolto 1,4 miliardi di dollari (circa 1,15 miliardi di euro), i quali verranno utilizzati per espandere la capacità produttiva, ha spiegato il CEO Toni Petersson.

Le 84,4 milioni di azioni, infatti, sono state piazzate a un prezzo di 17 dollari (circa 14 euro), e quindi il valore più alto della forchetta iniziale di 15-17 dollari, valutando l’azienda 10 miliardi di dollari. Dopo picchi arrivati a 22,74 dollari, le azioni hanno chiuso la seduta di giovedì a quota 22,20 dollari, pari a una capitalizzazione di mercato di circa 12 miliardi di dollari. Nella giornata di venerdì, le azioni hanno chiuso a 22,46 dollari, segnando un ulteriore balzo pari all”11,19% con un market cap di 13,29 miliardi di dollari.

Tra i soci dell’azienda, che ha chiuso il 2020 con ricavi a 421,4 milioni di dollari (+106,5%), conta il fondo Blackstone, il rapper Jay Z, l’attrice Natalie Portman e Oprah Winfrey.

Questo debutto con il botto rappresenta un’ulteriore cartina tornasole riguardante il successo, presente e futuro, del mondo veg. Non a caso, il futuro della corsa alle proteine vegetali l’ha tracciato Bcg- Boston Consulting Group nel suo recente studio Food for Thought. The Protein Transformation che ha analizzato il crescente interesse verso le proteine derivate dalle piante, come soia o piselli gialli, oppure quelle prodotte utilizzando batteri, lieviti, alghe unicellulari e funghi o coltivate direttamente da cellule animali, tra cui della carne e dei frutti di mare. “Il loro consumo – segnalano gli analisti – è destinato ad aumentare di sette volte nei prossimi quindici anni a livello globale, passando dalle attuali 13 milioni di tonnellate l’anno, il 2% delle proteine animali, a 97 milioni di tonnellate entro il 2035, quando rappresenteranno l’11% del totale”. L’ analisi rileva che entro il 2035 il mercato delle proteine alternative raggiungerà il valore di 290 miliardi di dollari, spinto dall’interesse di consumatori, aziende e investitori verso prodotti salutisti, con minori emissioni di CO2 e minori implicazioni etiche legate all’allevamento intensivo degli animali. Il tema sarà approfondito sul prossimo numero di Pambianco Wine&Food.

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