L’unione fa la forza. Lo testimonia il sistema vitivinicolo cooperativo italiano che raccoglie 423 cantine per 4,9 miliardi di euro di giro d’affari e una produzione pari al 58% del vino italiano. Nel 2020, infatti, il comparto ha messo a segno addirittura una crescita, seppur contenuta, pari all’1%, grazie soprattutto alle vendite registrate tramite la grande distribuzione (+6%) e all’export (+ 3 per cento). Le prime hanno ‘beneficiato’ di riflesso dalla chiusura dell’horeca e, insieme al canale e-commerce, hanno sospinto i conti in primis delle cooperative più grandi (quelle con fatturati sopra i 25 milioni). L’export, invece, ha ottenuto un risultato notevole, soprattutto se paragonato al calo generale registrato dal vino italiano pari al 2,4 per cento.
Come spiegato da Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma, in occasione del Vivite Talk del vino cooperativo, iniziativa organizzata da Alleanza Cooperative Agroalimentari, “il 34% delle cooperative vinicole ha mantenuto stabile il proprio fatturato e un 41% lo ha visto in calo”. Di contro, una cooperativa su quattro del campione intervistato, che numericamente rappresenta oltre il 50% del fatturato complessivo della cooperazione vinicola, ha invece registrato un fatturato in aumento. “Si tratta delle cooperative più dimensionate, con fatturati superiori a 25 milioni di euro, che nel 6% dei casi hanno addirittura registrato un sensibile aumento, superiore al +15% rispetto alle performance registrate nel 2019, prima dell’avvento del Coronavirus”.
In ogni caso, “nonostante le buone performance della cooperazione nel 2020 – ha commentato nel suo intervento conclusivo Luca Rigotti, coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari – in prospettiva sarà necessario fare i conti con gli stock giacenti in cantina, complessivamente pari a 56 milioni di ettolitri al 31 marzo 2021 (+3,6% su base annua), situazione che, anche in vista della prossima vendemmia, deve far riflettere rispetto alle più adeguate ed efficaci misure utili per gestire l’offerta”.