Peck apre il suo quarto punto vendita in Italia, con la formula gastronomia ed enoteca, e sceglie la Versilia per la sua prima incursione fuori Milano, dove è già presente con lo store principale di via Spadari e con i due punti vendita di CityLife e Porta Venezia. La location scelta è Forte dei Marmi, dove la società amministrata da Leone Marzotto occuperà uno spazio di 150 metri quadrati, a cui si aggiungono 50 metri di scoperto, laddove sorgeva una panzerotteria che ha cessato l’attività. I lavori di ristrutturazione sono in corso e l’inaugurazione avverrà con l’inizio della stagione estiva. “Peck accompagna i suoi clienti tutto l’anno, perché non anche in vacanza?”, si chiede Leone Marzotto, intervistato in esclusiva da Pambianco Wine&Food su questa nuova iniziativa. Del resto, il legame tra la Versilia e i milanesi è consolidato ed è uscito rafforzato durante la scorsa stagione estiva, una delle più brillanti per Forte dei Marmi e le località circostanti, grazie anche alla riscoperta “forzata” delle vacanze all’interno del territorio nazionale.
Cosa vi ha spinto ad aprire in Versilia?
Forte dei Marmi ci sembra un luogo con un ottimo potenziale per Peck. La stagione vacanziera è lunga, va da Pasqua a fine settembre. È molto frequentata da milanesi che conoscono bene la nostra offerta, ma anche da turisti stranieri, ad esempio russi, che apprezzano molto sia la nostra gastronomia sia la nostra enoteca. La Versilia poi è una terra ricca di tradizione gastronomica e di materie prime eccellenti, abbiamo già da tempo alcuni fornitori locali e l’apertura di Peck sarà sicuramente occasione per scoprire altri tesori gastronomici con i quali arricchire il nostro assortimento.
L’ingresso sulla piazza di Forte dei Marmi è il primo di una serie che intendete avviare extra Milano ed extra Lombardia?
Peck valuta attentamente ogni possibile opportunità in base a molti fattori, primo tra tutti la possibilità di portare a destinazione la stessa qualità di prodotto e servizio che caratterizza il marchio. Il rispetto della nostra tradizione, della qualità e delle aspettative del cliente è la vera condizione per valutare in modo sartoriale ogni eventuale nuova apertura.
Dove altro state guardando?
Non abbiamo uno schema rigido: il funzionamento di un punto vendita dipende da tanti fattori. La location intesa come preciso indirizzo è importante quanto la location intesa come città e regione. La brand awareness di Peck presso il cliente locale è un altro fattore di successo che, a parità di condizioni, determina la nostra preferenza.
Nel piano di espansione, è confermata la volontà di unire la gastronomia con la ristorazione e la somministrazione?
Il nostro modello è flessibile, può essere solo vendita, vendita e somministrazione o – in alcune location particolari – anche solo somministrazione.
Com’è cambiato, con la pandemia, il modello di business di Peck?
Come per tanti, la pandemia anche per noi è stata occasione di accelerazione della digitalizzazione. Per meglio gestire il Natale 2020 abbiamo creato in tempi rapidi una nuova piattaforma proprietaria per e-commerce ed ora stiamo già studiando la sua evoluzione. Facciamo anche ricorso a piattaforme terze. Ad oggi: Glovo, scelto per la velocità del servizio al cliente, e Cosaporto, per un lavoro non immediato ma che consente proprio per questo di ampliare la gamma con prodotti che non possono essere preparati in poco tempo.
Come avete chiuso il 2020?
Il 2020 si è chiuso con un fatturato di 13,3 milioni contro i 18,7 del 2019. Il calo complessivo del 30% è da attribuire principalmente a ristorazione e catering inattivi. Mentre per la vendita al dettaglio il calo è stato inferiore al 10%, attribuibile principalmente alla mancanza di turismo.