È la Provenza la top performer tra le regioni francesi a livello di export nel 2020. Durante lo scorso anno, la pandemia e i conseguenti lockdown hanno messo in ginocchio le esportazioni dei vini in Francia, con tutte le regioni in flessione fatta eccezione, appunto, per la Provenza che ha registrato un incremento del 5,6% a quota 4,9 milioni di casse da 12 bottiglie ciascuna. Segue, a livello di performance, la Borgogna, la quale ha messo a segno un +1,4 per cento.
“Ce la siamo cavata abbastanza bene”, ha detto Brice Eymard, managing director del Civp – Conseil Interprofessionnel des Vins de Provence. “Le vendite complessive sono diminuite del 7% nel 2020 a quota un milioni di ettolitri, ma continuiamo a guadagnare terreno in termini di export mentre le altre regioni sono a ribasso, tranne la Borgogna”.
A livello di vendite, le tre aree Aoc – Appellation d’Origine Contrôlée, ovvero Côtes de Provence, Coteaux d’Aix-en-Provence and Coteaux Varois en Provence hanno visto il proprio valore incrementare dello 0,7% a 297 milioni di euro. Ciò rende la Provenza la sesta regione vinicola francese per valore.
Come anticipato, tutte le altre regioni, a parte Provenza e Borgogna, hanno registrato dei cali, in primis lo Champagne la cui flessione dovrebbe aggirarsi sul 17 per cento, per un calo complessivo del 18 per cento.
In base agli ultimi dati disponibili, nei primi nove mesi del 2020, secondo i dati dell’osservatorio Oemv ripresi da Wine Meridian, l’export dei vini francesi è diminuito del 17% in valore, con una riduzione del prezzo medio pari al 10 percento. Si tratta di una perdita netta di 1,2 miliardi di euro, dovuta in buona parte alla riduzione delle vendite nel mercato Usa, dove la Francia lascia sul terreno oltre un terzo del totale, pari a 430 milioni di euro. Pesano i dazi, che l’amministrazione Trump ha imposto per alcune categorie di vini d’oltralpe.