Il ritorno ai fasti del 2019? “Con un po’ di ottimismo, nel 2022”. Lo ha raccontato a Pambianco Wine&Food Albiera Antiori, presidente di Marchesi Antinori. Le variabili in gioco, infatti, sono molteplici, e spaziano dalla somministrazione dei vaccini al ritorno dei turisti nella Penisola. Se questi elementi troveranno la propria realizzazione, allora “secondo me il 2022 può tornare tranquillamente ai livelli del 2019”. Già per quanto riguarda il 2021, “ci auguriamo che il piano vaccinale prenda corpo e che come l’anno scorso l’avvicinarsi dell’estate allenti la pressione. I nostri budget prevedevano un avvicinamento ai dati del 2019 che, se la situazione evolvesse come l’anno scorso, con in aggiunta il periodo invernale senza covid, speriamo di poter raggiungere.”
Per quanto riguarda il 2020, il gruppo ha registrato un fatturato civilistico consolidato (preconsuntivo) di 220,7 milioni, contro i 246 milioni dell’anno precedente. Il vino, infatti, ha riportato una flessione di circa il 10 per cento, sulla quale ha particolarmente inciso la performance dell’Italia che “ha sofferto di più in termini di vendita del vino in quanto vive di turismo, e per una distribuzione come la nostra, molto basata sull’horeca, hanno pesato la mancanza di turisti e i ristoranti chiusi”. L’Italia, che come mercato vale circa il 37% del fatturato, ha infatti subito una flessione di circa il 20% la quale è stata in parte attutita da mercati come Canada e Nord Europa. A livello di canali, l’horeca incide per l’80% sul fatturato, seguito da un 15% di off trade e da un 5% realizzato da altri canali.
Durante il periodo della pandemia, Marchesi Antinori ha inoltre preso la decisione di aprire a un pubblico più ampio il suo ’26 generazioni wine club’. Nato nel 2018 come strumento per rimanere in contatto con chi era stato in visita alla cantina Antinori nel Chianti Classico, il club offre diversi privilegi, tra cui la possibilità di accedere ad anteprime, acquistare vecchie annate, edizioni limitate e formati speciali. In principio soggetto a iscrizione, da aprile 2020 – a seguito del lockdown – l’accesso alla piattaforma digitale è stato allargato anche ai non iscritti.
Nelle scorse settimane, la società fiorentina ha reso noto di aver acquisito la maggioranza del capitale di Jermann, azienda del Collio famosa per i suoi vini bianchi, che nel 2019 aveva totalizzato 14,8 milioni di ricavi con oltre il 44% di ebitda su fatturato. “Per noi è un’acquisizione atipica nel senso che normalmente, a parte il caso della Prunotto, non acquistiamo mai aziende già fatte in quanto il nostro know-how ci dà la possibilità di costruire una realtà da zero”, ha spiegato Albiera Antinori. “D’altro canto, per noi che siamo più orientati ai vini rossi, avere come partner tale azienda italiana specializzata in bianchi rappresenta un plus, per entrambi”. In ogni caso, “lo stile dei vini, la distribuzione, l’organizzazione, il marchio, l’azienda in sé rimarrà sempre separata e con la propria identità”. In questo modo, Antinori arriva a quota tre in nord Italia, aggiungendo la presenza nel Collio a quella nelle Langhe, dove opera con Prunotto, e nella Franciacorta, dove dispone della Tenuta Montenisa.
Nel corso di quest’anno, inoltre, verrà ultimata la cantina di Guado al Tasso e Matarocchio a Bolgheri e di Pian delle Vigne a Montalcino.