Da fenomeno emergente per l’export a settore in piena crisi, la pandemia si è rivelata un trauma per il mondo della birra artigianale made in Italy. Unionbirrai lamenta un fatturato dimezzato nel 2020 rispetto all’anno precedente e quasi il 70% di attività con dipendenti in cassa integrazione. Nel 2019, secondo le stime presentate dall’associazione, il comparto valeva il 4% del mercato nazionale, producendo in media 500 mila ettolitri l’anno, di cui circa il 20% biologico, fatturando oltre 250 milioni di euro e dando lavoro a 7 mila addetti.
La risposta, per ora, consiste in una manifestazione virtuale di protesta organizzata da Unionbirrai attraverso i social network e identificata con l’hashtag #noisiamolabirra. I guai del settore sono legati alla chiusura del canale horeca e in particolare delle birrerie, che hanno rappresentato negli anni scorsi il volano per la crescita delle vendite di birre artigianali prodotte da microbirrifici e da strutture più grandi. L’appello dell’associazione segue due binari separati: il primo è diretto alle istituzioni, per sottolineare la necessità che si riporti equilibrio nella filiera e nel comparto della ristorazione, e il secondo ai consumatori perché sostengano “la rivoluzione nel bicchiere” scegliendo di bere la birra artigianale italiana.
Unionbirrai ha richiesto un allentamento di obblighi fiscali e finanziari, partendo dalla riduzione dell’Iva per il 2021 per la birra artigianale italiana, considerandola come prodotto della filiera agroalimentare, per poi prevedere un credito d’imposta per gli esercenti che hanno acquistato e acquisteranno birra artigianale sfusa, così da aiutare i locali, e avviando infine un dialogo con la grande distribuzione per entrare in maniera concorrenziale nei supermercati italiani, dove il prodotto di fascia alta fatica a imporsi ed è stretto nella morsa del prezzo delle birre industriali.
L’associazione ha inoltre richiesto uno specifico codice Ateco che differenzi la produzione di birra artigianale da quella industriale, due prodotti per natura estremamente differenti, con l’obiettivo che alla birra artigianale sia riconosciuta la sua caratteristica di prodotto fresco e con elevata deperibilità, e che ha nella maggior parte dei casi una shelf life estremamente ridotta a differenza della maggior parte dei prodotti industriali.