Focus sul made in Italy e sviluppo sui mercati internazionali, con un’acquisizione in vista negli States. La strategia di Barilla per il rilancio in tempi di Covid passa per uno sviluppo decisivo oltreoceano. Il 2019 – chiuso dal gruppo di Parma con un fatturato globale di 3,62 miliardi di euro – aveva già visto un investimento negli Usa per l’ampliamento dello stabilimento di Ames (una delle due sedi produttive nel paese a stelle e strisce) e nei piani aziendali c’è un’acquisizione mirata all’ampliamento della quota di mercato. Gli Stati Uniti – dove il gruppo è presente anche con un impianto molitorio, una sede commerciale, un customer center e due ristoranti – rappresentano il mercato più importante della regione: nel 2019 Barilla è cresciuta ancora nella categoria pasta, incrementando la quota di mercato a valore dell’1%, portandola al 34,2%, grazie all’aumento continuativo del consumo di prodotti classici (Pasta di grano duro) e dei prodotti innovativi Barilla Premium Pasta (che includono Gluten Free, Ready Pasta, e la nuova Legume Pasta), il tutto supportato da significativi investimenti in marketing. Di contro Barilla ha avuto una riduzione nei sughi (mitigata dal lancio della linea nuova super-premium Vero Gusto e del rilancio della gamma premium). Il 2020 ha visto un ulteriore avanzamento. “Durante il lockdown il consumo dei nostri prodotti è cresciuto per effetto dell’accaparramento e abbiamo utilizzato le scorte – ha recentemente dichiarato l’amministratore delegato Claudio Colzani – Da aprile il fenomeno è rientrato, ma non negli Usa dove i consumatori hanno continuato a prepararsi al peggio”. Il trend positivo – che ha visto crescere esponenzialmente anche gli acquisti di prodotti del gruppo attraverso i canali online – non è però una garanzia nel tempo. Su scala globale Barilla, pur operando in un segmento di acquisto primario, non nasconde i timori per l’evoluzione della crisi. Il management ha infatti manifestato timori rispetto alla capacità di acquisto dei consumatori che potrebbe essere provata dall’emergenza economica dopo quella sanitaria. L’azienda tiene però la barra dritta su un incremento di produzione complessiva. “Proseguiamo con piani di sviluppo e di crescita – confermano da Parma – come nella recente acquisizione dello stabilimento di Muggia (Ts), puntando a rimanere alfiere del made in Italy”.