Matteo Pichi ama bruciare le tappe. A fine maggio, quando ancora molto ristoranti si chiedevano se fosse o meno il caso di riaprire, arrivava l’annuncio dell’ingresso in Poke House del fondo Mip-Milano Investment Partners, con il 25% delle azioni acquisite tramite il versamento di cinque milioni di euro finalizzati allo sviluppo. Subito dopo, seguendo il trend vincente degli spazi all’aperto, sono arrivati i due chioschi della sua catena del poke a Milano, in parco Sempione e parco Ravizza. Ora è il momento delle nuove aperture, con focus sui centri commerciali, e del rafforzamento del team con l’ingresso di manager chiamati a realizzare il proposito di Pichi: diventare il primo operatore europeo nell’ambito delle bowl.
“Stiamo assumendo, e tanto! In ufficio eravamo in cinque, oggi siamo in trenta. Considerando tutta la rete, Poke House dà lavoro a quasi duecento persone”, racconta Pichi, fondatore con Vittoria Zanetti della catena, dopo la lunga esperienza nel mondo del delivery che gli ha permesso di lanciare Glovo in Italia. Gli ultimi ingressi, in particolare, sono di alto spessore. Si tratta di Leonardo Venturini e di Giovanni Zezza. Venturini entra in Poke House come cfo, dopo 11 anni all’interno della multinazionale americana Bose dove è stato prima a capo della retail finance mondiale, occupandosi di controllo di gestione degli oltre 200 negozi della società, e poi global head of marketing finance. Zezza invece sarà a capo del marketing (cmo) e arriva da Talent Garden, dove ha realizzato il set-up del team marketing internazionale e gestito il lancio del business in 5 mercati esteri oltre che il consolidamento delle attività in Italia, ma in precedenza è stato anche nella moda, in Italiantouch (gruppo Della Valle), e ha seguito il lancio di Deliveroo in Italia. Un aspetto, quest’ultimo, che in qualche modo diverte Pichi: “Ho avuto l’onore di assumere un mio ex concorrente! Venturini e Zezza sono i profili più esperti che ho preso, ma in generale c’è stata la volontà di rafforzare la ‘macchina’ di Poke House per passare dalla fase di start up alla fase di scale up, che implica la necessità di disporre di diverse competenze. Ora dobbiamo essere capaci di standardizzare senza industrializzare. Vogliamo rendere replicabile ovunque l’esperienza di Poke House, basata su piatti freschi e sani”.
Alla fine del 2019, Poke House contava su sette locali, che in realtà per la maggior parte dell’anno erano stati tre e mezzo, e aveva realizzato 6 milioni di incasso. Per fine anno, si punta a venti locali. “Li apriremo tutti nell’ultima fase dell’anno, e spero di avere un fatturato più che raddoppiato, superando i 10 milioni, nonostante i tre mesi di chiusura durante i quali abbiamo lavorato solo con delivery. In questo momento siamo oltre un milione di euro al mese d’incasso”, afferma Pichi. Questa settimana è stato inaugurato il primo dei due nuovi Poke House nei centri commerciali di Roma, quello a Roma 2, mentre a metà ottobre sarà la volta del centro commerciale Bellavita. “Stiamo poi concludendo altre trattative, perché il canale ci piace e ci offre soddisfazioni”. Così come la novità dei chioschi, dove Poke House ha inserito novità come i cocktail, il gelato e anche lezioni di yoga e allenamento funzionale. “Un bellissimo progetto, che andrà avanti e ci permette di offrire qualcosa di diverso in città”.