Bio e fairtrade spingono i conti di Icam. Il gruppo lecchese specializzato nella produzione di cioccolato e semilavorati del cacao ha archiviato il 2019 con 162 milioni di ricavi, sei in più rispetto all’esercizio precedente, dando continuità a una crescita costante nel tempo, considerando che Icam partiva da 135 milioni nel 2016. L’export genera il 58% del giro d’affari globale.
In particolare, nell’anno appena concluso, la crescita è stata del 2% nei prodotti destinati all’industria, mentre è invariato il giro d’affari della produzione di cioccolato a marchio proprio, che incide per il 15% sul totale, e del private label, che sfiora il 40 percento. In evidenza il brand premium Vanini, che aumenta la sua quota di mercato e beneficia di una maggiore distribuzione del prodotto nelle insegne della grande distribuzione organizzata.
Il cioccolato prodotto a partire da cacao bio rappresenta oggi il 66% dell’intera produzione Icam, che è tra le poche aziende al mondo a poter vantare un controllo completo della filiera e un rapporto di collaborazione con le cooperative di coltivatori nei paesi d’origine, che sono 21 tra America Latina e Africa per un totale di oltre 23mila tonnellate di fave di cacao acquistate.
Nel 2019, Icam ha redatto il suo primo bilancio di sostenibilità. “Ci siamo dati degli obiettivi sfidanti – ha affermato in una nota il presidente Angelo Agostoni – che ci porteranno nei prossimi anni a incrementare ulteriormente la quota di cacao da approvvigionamento diretto, a ridurre di oltre il 90% i consumi idrici annui e a limitare il volume di imballi, utilizzando, dove possibile, confezioni 100% riciclabili, sviluppando contemporaneamente soluzioni di packaging biodegradabili/compostabili”.