In un momento così difficile e confuso, occorre studiare nuove mosse per far capire, se non altro, che il cuore dell’economia italiana vuole continuare a pulsare. Nel vino, in particolare, l’attività produttiva non sembra dover subire grossi ostacoli: il lavoro in vigna si può svolgere in condizioni di sicurezza, quello in cantina e l’imbottigliamento non prevedono particolari assembramenti di personale. Le aziende quindi restano in buona parte aperte, con ampio ricordo allo smart working per le mansioni d’ufficio. Devono affrontare un forte calo di vendite, sostanzialmente totale verso la ristorazione italiana, e devono fare i conti con l’assenza di fiere nei prossimi due mesi, quelli decisivi per gli ordini delle nuove annate. Così si profila, anche verso i buyer, il ricorso al digital tasting: campioni spediti direttamente ai clienti e prove di degustazione tramite videoconferenza.
Tra i primi ad aver adottato questa modalità compare il nome di Tua Rita, azienda di Suvereto (costa toscana) da 350-380mila bottiglie l’anno, alle quali si aggiungono le 150-160mila della sister company Poggio Argentiera. “Visto l’annullamento di ProWein, il posticipo di Vinitaly e di tante altre piccole iniziative – racconta a Pambianco Wine&Food il titolare Stefano Frascolla – abbiamo deciso di inviare via corriere espresso le campionature di nuove annate, organizzando poi le video conferenze con i buyer. A oggi abbiamo già effettuato una decina di digital tasting, ma altri dodici sono in programma. Per noi non è una novità, li avevamo già organizzati in passato con chi non riusciva a partecipare alle fiere. Ed è sempre molto importante il confronto, seppur virtuale, per osservare la reazione del cliente al momento dell’assaggio”. Così il produttore ha modo di spiegare al cliente i segreti di quel prodotto, le particolarità dell’annata, dando tutte le informazioni che poi rendono possibile l’assegnazione dell’ordine. “La domanda più frequente degli ultimi tasting – precisa Frascolla – non è legata al prodotto, bensì alla nostra situazione attuale. I buyer ci chiedono soprattutto se l’emergenza sanitaria avrà conseguenze sulla produzione dell’annata 2020”.
Da un medio/piccolo produttore al leader assoluto, l’idea del digital tasting affascina ed è stata messa in cantiere. Gruppo Italiano Vini, che fa parte di Cantine Riunite & Civ (primo operatore italiano del settore con circa 650 milioni di ricavi nell’esercizio 2018/19), sta sperimentando i tasting virtuali non tanto per il buyer, ma per la forza vendita negli Usa. Quando le nuove annate saranno giunte a destinazione, gli enologi di Giv si collegheranno in videoconferenza e, dopo la proiezione di un filmato istituzionale, prenderà il via il tasting. “Per il momento lo faremo solo negli Stati Uniti e solo per formare gli agenti, impossibilitati a venire in Europa. Ma se andrà bene, siamo pronti a replicare la formula con i ristoratori”, spiegano in azienda.
In Abruzzo, Cantine Tollo è pronto ad attivare il digital tasting. “Le campionature – racconta il direttore commerciale e marketing Andrea Di Fabio – sono destinate sia ad alcuni giornalisti tedeschi sia ai buyer europei. Non dovrebbero esserci problemi nelle consegne tramite corriere. Poi metteremo in calendario le varie conference call”. L’azienda teatina aveva messo in cantiere un’altra iniziativa interessante per andare incontro alla clientela horeca: la consegna gratuita in tutto il territorio nazionale anche di un numero limitato di bottiglie. “In questo momento così delicato, sia per la salute pubblica che per l’economia, volevamo dare una mano al settore della ristorazione e del turismo già in difficoltà”, precisa Tonino Verna, presidente di Cantina Tollo e medico chirurgo all’ospedale Gaetano Bernabeo di Ortona. L’idea di andare incontro all’horeca si è scontrata con la chiusura totale dei ristoranti nel territorio nazionale. A quel punto però Tollo non ha abbandonato il tentativo: l’iniziativa continua fino a quando non si sarà risolta la crisi, anche per intercettare la potenziale richiesta delle catene che operano con il food delivery. Intanto, precisa l’azienda da 13 milioni di bottiglie, la domanda della grande distribuzione è piuttosto vivace e dall’estero gli ordini non si sono mai fermati.