Non c’è il lieto fine per la “dolce” California Bakery. Il 17 dicembre è stato dichiarato il fallimento della società madre e in questi giorni anche la società controllata C.B. Italy, che gestisce operativamente l’attività (con 150 dipendenti a carico), ha chiesto il concordato preventivo per evitare a sua volta il fallimento e trovare una soluzione.
Finisce così la favola americana che 20 anni fa aveva portato California Bakery a crescere da piccolo punto vendita in corso Concordia a Milano, specializzato in prodotti americani, a vera e propria catena con punti vendita in viale Premuda, piazza sant’Eustorgio e via Larga, coprendo tutta Milano e espandendosi anche a Bergamo.
L’idea della bakery che strizza l’occhio alla bandiera a stelle e strisce è dell’imprenditore Marco D’Arrigo, che ha fondato e gestito il marchio fino ad oggi. Il termine è previsto per il 6 aprile, data in cui il tribunale risponderà “ai creditori e ai terzi che vantano diritti reali e mobiliari su cose in possesso del fallito” che ne hanno fatto domanda entro i 30 giorni concordati dal fallimento della società madre.
Nel frattempo la C.B. Italy ha depositato una richiesta di concordato in bianco, riservandosi di produrre in seguito la documentazione necessaria per la ristrutturazione. Lo chef che ne segue la consulenza, Alberto Citterio, executive di diversi ristoranti a Milano, Parigi, Trieste, Londra, Losanna, da ultimo il sette stelle lusso Town House all’interno della Galleria Vittorio Emanuele, ha dichiarato: “Il mio contratto è blindato e prevede che lavori per California Bakery fino a gennaio 2021, quindi sono molto positivo”. Chissà se i milanesi dovranno dire addio a brunch, cheesecake, pancake e altre specialità americane.
di Camilla Rocca