350mila forme l’anno, 16 milioni di ricavi, un solo produttore. È un caso abbastanza particolare quello del Piave dop, formaggio a denominazione prodotto con il latte raccolto tra gli allevatori della provincia di Belluno. I soci sono soltanto tre: un caseificio e due stagionatori. Il punto di riferimento è Lattebusche, cooperativa con sede a Busche (Belluno) forte a sua volta di 350 soci allevatori e il cui giro d’affari è molto più consistente: l’azienda si appresta a chiudere l’anno con 110 milioni di ricavi e opera nel territorio veneto con cinque stabilimenti, di cui due sono dedicati alla lavorazione del Grana Padano, uno all’Asiago e uno alla preparazione dei gelati.
Il Piave dop però, come afferma la direttrice del Consorzio di tutela, Chiara Brandalise, è il fiore all’occhiello della cooperativa: “Si tratta di un formaggio a denominazione con il 17% delle vendite fatte all’estero, con gli Stati Uniti quale prima destinazione oltre confine e un’incidenza complessiva di quasi il 10% del giro d’affari. Inoltre, il formaggio Piave è fatto con latte di montagna, che ha caratteristiche organolettiche superiori a quello della pianura”. Ciò significa che solo dagli allevatori associati Lattebusche della provincia di Belluno, circa 190, si può raccogliere il latte atto a diventare formaggio Piave dop.
Le potenzialità di crescita ci sono. “Non tutto il latte raccolto in provincia di Belluno è destinato al Piave dop – precisa Brandalise – e c’è un potenziale tale da poter arrivare fino a un massimo di 500mila forme”. Ogni forma ha un peso di 6 kg e sono previste da disciplinare cinque stagionature: Fresco, Mezzano, Vecchio, Selezione Oro e infine il Piave Riserva da 18 mesi. Il 2020 però non sarà un anno facile nel primo mercato estero della denominazione ovvero gli Stati Uniti, dove è entrato in vigore un dazio all’import che, stima la direttrice del consorzio: “Rischia di comprimere le vendite del 15-20 percento. Dovremmo rimediare grazie al Canada, con l’apertura conseguente al Ceta e grazie all’accordo consolidato con un partner distributivo locale. Ci sono poi buone potenzialità in Australia e stiamo seguendo focus specifico di investimenti commerciali in Austria e Germania, mercati considerati strategici per prossimità geografica e affinità di gusto. In Austria il Piave dop non è ancora presente, in Germania ci siamo ma con quote marginali”.
Intanto Piave dop sta portando avanti specifiche campagne di comunicazione all’interno della campagna triennale Nice to Eat-EU, co-finanziata dall’Unione Europea, per rafforzare la consapevolezza e il riconoscimento del prodotto. Dopo il mood su Glamour & Eccellenza, oggetto della campagna 2019, sono in cantiere investimenti specifici legati alla comunicazione sul filone di Natura & Territorio (2020) e Qualità & Gusto (2021). In questi giorni, fino all’11 dicembre, la campagna è stata veicolata in 50 sale italiane di Uci Cinema con il trailer di Captain Piave, supereroe del formaggio dop, che ha accompagnato l’uscita di Frozen II.