Il riconoscimento Unesco alle colline del Prosecco docg sta innescando la propensione all’investimento in accoglienza tra i produttori della zona, diventata patrimonio mondiale dell’umanità. Le potenzialità turistiche sono molto elevate, per effetto di una combinazione di fattori. Innanzitutto, per la fama raggiunta a livello internazionale dalla bollicina del nordest e che tra Conegliano e Valdobbiadene trova la sua più suggestiva ambientazione, tra i pendii ripidi (le cosiddette “Rive”) coltivati a Glera e paesaggi tutti da instagrammare. In secondo luogo, per la posizione a metà strada tra le Dolomiti e Venezia ovvero tra due celeberrimi patrimoni mondiali dell’umanità. In terzo luogo perché, come dimostrato da Alba e dalle Langhe, il riconoscimento Unesco può contribuire a creare veri e propri boom turistici.
In questo contesto, si inseriscono diversi progetti legati all’apertura delle cantine al pubblico, alla vendita diretta e anche all’hotellerie. L’ultimo è quello che sta per lanciare Le Colture, a S. Stefano di Valdobbiadene. La famiglia Ruggeri, proprietaria dell’azienda agricola da 40 ettari di proprietà in territorio docg, sta per recuperare una serie di fienili inseriti nei propri terreni, tra i vigneti, e che diventeranno uno dei primi esempi di albergo diffuso della zona. Un territorio, quello di Conegliano e Valdobbiadene, che ha bisogno di aumentare l’offerta di posti letto e di darsi delle regole per coniugare le presenze turistiche in forte aumento con la vivibilità di una zona già presa d’assalto, soprattutto nei fine settimana. In sostanza, occorre una svolta sostenibile e un upgrade di livello. Ed è questa l’intenzione della famiglia Ruggeri, la cui azienda produce circa 850 mila bottiglie di Prosecco destinate per il 60% al mercato interno, con circa 4 milioni di ricavi annui: la produzione docg è la stragrande maggioranza del prodotto e per il 90% deriva da uve proprie, con una quota residua di vinificazione di uve acquistate da conferitori.
“Siamo una cantina boutique, inserita nel grande mondo del Prosecco”, afferma Alberto Ruggeri, aggiungendo: “Il nostro punto di forza è quello di essere un’azienda legata alla famiglia e al territorio. Da 15 anni abbiamo avviato anche un agriturismo nel Montello, Prime Gemme, con tanto di tasting room. E ora vogliamo recuperare i piccoli fienili in territorio docg per far capire a chi viene da noi qual è la vera differenza tra un prodotto industriale e uno da filiera completa, fatto in collina, gestito da un team familiare coeso e forte”.
L’avvio del progetto di ristrutturazione è fissato per il prossimo anno. Ai tre fienili dell’albergo diffuso si aggiungerà in seguito l’intervento previsto sulla vecchia casa colonica, che diventerà il cuore del nuovo piano di ospitalità. “Ci vorrà qualche anno per completare il tutto, ma siamo determinati a completare i lavori. L’Unesco porterà un tipo diverso di turismo in zona, fatto di persone dotate di cultura e di potere di spesa piuttosto alti. Ed è esattamente il tipo di turista che vogliamo intercettare”, conclude Ruggeri. L’azienda è di proprietà dei genitori, Cesare e Biancarosa, e oggi si avvale del contributo di Alberto, che segue la parte commerciale, con le sorelle Silvia, a cui è stata affidata l’amministrazione, e Veronica, che si occupa di accoglienza e comunicazione, con il supporto del cognato Cristian come responsabile di cantina.