L’ultima assemblea annuale dei soci di Cantina Produttori di Valdobbiadene ha visto il cambio della guardia alla direzione generale della società. Aldo Franchi ha infatti lasciato il posto dopo 31 anni al comando della più importante cooperativa vitivinicola del Prosecco Superiore docg, che ha come marchio di punta Val D’Oca, chiudendo la sua esperienza con un fatturato per l’esercizio 2018/19 di circa 50 milioni di euro e con un valore di liquidazione ai soci di poco inferiore ai 30 milioni.
Al suo posto si è insediato, dall’1 novembre, Alessandro Vella, in arrivo da Colussi. Padovano d’adozione, 52 anni, Vella ha precedenti esperienze nel mondo del vino maturate tutte nell’ambito delle bollicine, prima in Villa Sandi come sales director per gli Stati Uniti e poi in Guido Berlucchi come direttore export. È stato quindi attivo nell’olio extravergine di oliva, prima in Salov e poi in Filippo Berio, per poi passare in Colussi alla direzione commerciale export.
“Il gruppo Cantina Produttori di Valdobbiadene Val D’Oca – ha affermato il direttore uscente – gode di buona salute e procede puntualmente consolidando i propri mercati in Italia e all’estero, dove, soprattutto in quest’ultimo, si guarda al futuro. Per questo importante traguardo prenderà il timone dell’azienda il dott. Alessandro Vella che, con il suo ampio background sui mercati internazionali, assicurerà un’adeguata continuità e sviluppo”.
La cooperativa distribuisce e vende il suo prodotto per il 40% in grande distribuzione e per il 30% nel canale horeca. Ha inoltre consolidato negli anni la distribuzione tramite e-commerce, che oggi le assicura il 2% delle vendite. La produzione media annua è di circa 14 milioni di bottiglie, per il 72% destinate al mercato domestico.
Sotto la guida di Franchi, oltre al conseguimento delle certificazioni internazionali Brc, Ifd e Iso 9000, sono state intraprese negli anni iniziative volte al miglioramento qualitativo della produzione, attraverso la consulenza fornita da agronomi, corsi di formazione e aggiornamento per i viticoltori, e la selezione di “cru” provenienti da fondi particolarmente vocati alla produzione di uve di pregio. Fiore all’occhiello degli ultimi anni è l’avvio del progetto bio, che prevede la riconversione da agricoltura tradizionale a biologica di 10 ettari di vigneto.