Il ristoratore entra sul sito a qualsiasi ora, controlla i tartufi freschi appena raccolti in Appennino, fa l’ordine e quello stesso tartufo, fotografato e catalogato, gli viene consegnato entro 24-48 ore via corriere espresso. Il servizio, attualmente b2b ma in prospettiva anche b2c (con sezione apposita e separata), è stato ideato da Appennino Food, società bolognese specializzata nella gestione e nella trasformazione di funghi e tartufi. Una realtà in forte crescita, in particolare da quando, nel 2012, si è spostata da Monteveglio a Savigno, centro-simbolo del tartufo in Val Samoggia (Bologna), all’interno di una struttura ad alta tecnologia: partendo da 16 addetti e 5,6 milioni di fatturato, in sette anni è arrivata a 52 persone e a 11,5 milioni di ricavi.
“Il servizio E-truffles – racconta il fondatore Luigi Dattilo, contitolare con il fratello Angelo della società – è stato testato per un anno assieme a un cliente importante e ha dato esito molto positivo: quel cliente, una società di distribuzione, ha decuplicato gli ordini nel corso dell’anno. Il compratore si può collegare senza limiti di fuso orario e fa il suo ordine. Noi procediamo con la spedizione”.
Funghi e tartufi, con una netta prevalenza dei secondi, determinano oltre l’80% del giro d’affari di Appennino Food. Sono 29 le tonnellate di tartufo lavorate dall’azienda, di cui 7 vengono vendute come prodotto fresco e 22 trasformate. Il prezioso “Bianco” è quasi totalmente destinato alla vendita come prodotto fresco e si aggira attorno alle due tonnellate. L’Italia rappresenta il 46% del fatturato e l’estero il restante 54% con gli Stati Uniti in vetta (25% dei ricavi totali) e con Medio ed Estremo Oriente in forte sviluppo. I partner principali della società sono quelli del retail di qualità, tra i quali compaiono nomi come Eataly, El Corte Inglès, Globus in Svizzera, Kaufhoh e Karstadt in Germania. Appennino Food rivendica il titolo di unica società per azioni nel mondo del tartufo. “Essere una Spa non è un vanto. Lo abbiamo fatto perché c’è un progetto di crescita e quando vuoi crescere, devi offrire più garanzie alle banche che diventano necessariamente un partner strategico”, afferma Dattilo.
L’ingresso nel mondo dei sughi e delle conserve è stata una scelta legata alla necessità di differenziare rispetto a un settore che presenta dei rischi legati alla raccolta. “Il nostro è un prodotto metereopatico, e questa constatazione ci ha spinto ad acquisire il brand La Dispensa di Amerigo, sviluppandolo in collaborazione con Alberto Bettini del ristorante Amerigo (una stella Michelin a Savigno, ndr). Oggi siamo gli unici a esportare il ragù bolognese negli Stati Uniti, producendolo in Italia, avendo ottenuto la certificazione Usda”. Il brand oggi rappresenta il 15-18% del giro d’affari ed ha una crescita media del 35 percento.