Si chiama Essenza Lucano ed è il nuovo spazio espositivo creato da Amaro Lucano nella sua sede originaria di Pisticci, in Basilicata. Una sorta di museo d’impresa realizzato unendo la tecnologia (video e tool interattivi) con la storia e con la natura espressa dal giardino aromatico, dove sono presenti le 32 erbe alla base dell’amaro prodotto da 125 anni secondo la ricetta ideata dal cavalier Pasquale Vena nel 1894. E ancor oggi l’azienda è rimasta familiare, con Francesco Vena (esponente di quarta generazione) al vertice di una realtà da circa 23 milioni di ricavi e con altre 15 etichette di liquoristica italiana realizzate nello stabilimento in provincia di Matera.
L’inaugurazione dello spazio è prevista per fine ottobre ed Essenza Lucano sarà la location di vari appuntamenti culturali, enogastronimici e d’intrattenimento, in occasione delle celebrazioni di Matera 2019, Capitale europea della Cultura, di cui Amaro Lucano è essential partner. “Il progetto per questo spazio – racconta a Pambianco Wine&Food Francesco Vena – risale a cinque anni, quando con mio fratello abbiamo pensato, dopo il centenario, di realizzare qualcosa di importante in vista delle successive ricorrenze e per consolidare il nostro legame con la Basilicata. Essenza Lucano è un omaggio ai nostri conterranei, che sono stati i primi brand ambassador di Lucano nel mondo, e un ulteriore segnale di investimento sul territorio, perché la struttura che lo ospita era il nostro primo stabilimento per l’imbottigliamento, poi adibito a deposito e infine praticamente abbandonato”.
Come lo avete recuperato?
Non è solo un museo d’impresa, è qualcosa di più: uno spazio ideato per avvicinare i consumatori a questo mondo, partendo delle erbe officinali presenti in giardino. E poi riassume in chicche molto 125 anni di storia, attraverso i segreti della ricetta, per arrivare alle modalità di consumo contemporanee e all’utilizzo di Amaro Lucano nella mixology. Ci rivolgiamo alla clientela professionale così come ai clienti finali.
Come sta andando l’azienda?
Abbiamo previsto un piano triennale molto sfidante, con l’obiettivo di raggiungere il 20% di quota export partendo da una base della metà. In questo momento all’estero ci muoviamo su due direttrici fondamentali: la comunità di italiani, che ci consente di far conoscere il prodotto in Paesi come Germania e Canada dove siamo già ben presenti, e le nuove frontiere di occasioni d’uso del prodotto, con Lucano inteso come ingrediente di cocktail, sulle quali puntiamo particolarmente per crescere negli Stati Uniti e in Cina. In quest’ultimo Paese pensiamo che Lucano possa imporsi come aperitivo.
E in Italia?
Siamo presenti direttamente in gdo e in partnership con Coca Cola in horeca. Il risultato 2019 per il fuori casa è in linea con il budget prestabilito da Coca Cola e siamo assolutamente soddisfatti di questi numeri. Teniamo però conto che la partita vera nella nostra categoria, soprattutto per la regalistica, si gioca da qui a fine anno.
Dopo Essenza Lucano, quali altri investimenti ci sono in cantiere?
Abbiamo speso importanti energie sulla struttura, che va portata a regime in termini di accoglienza. Ad ogni modo questo è un settore nel quale gli investimenti sono costanti e presentano un ritorno a medio/lungo termine, perché far conoscere un amaro comporta un processo di education al prodotto, soprattutto nel nostro caso, spiegandone le caratteristiche di qualità e territorialità con l’utilizzo al 99% di erbe locali.