Giacomo Bulleri, fondatore del gruppo di ristorazione che ha preso il suo nome, è scomparso la notte di venerdì 6 settembre all’età di 94 anni. I funerali sono stati celebrati ieri, lunedì 9 settembre, a Milano, nella chiesa di Santa Maria della Passione in via Conservatorio.
Con Bulleri se ne va un pezzo di storia della ristorazione milanese, ma la società da lui fondata nel 1958 con la Trattoria Da Giacomo in via Donizetti è più dinamica che mai, essendo stata replicata in diverse formule e luoghi. Nel 2018, il gruppo Giacomo ha incassato 11 milioni di euro con otto ristoranti. Accanto al Ristorante Da Giacomo in via Sottocorno ci sono infatti il Bistrot, la Rosticceria, la Tabaccheria e la Pasticceria. Si sono poi aggiunti Giacomo Arengario, ospitato nella sede del Museo del Novecento in Duomo, il Caffè Letterario a Palazzo Reale e, nel 2018, Giacomo Pietrasanta, in Versilia, che ha segnato il ritorno “a casa” del grande cuoco toscano.
Giacomo Bulleri era infatti nato a Collodi nel 1925. Si era poi trasferito a Torino, iniziando a lavorare nel mondo del cibo, per poi spostarsi a Milano dove avrebbe aperto la sua prima trattoria a fianco della sede della Camera del Lavoro. Negli anni Novanta il locale si trasferisce in via Sottocorno e da lì inizia non solo l’ascesa, ma anche la replicabilità del marchio in diverse formule, grazie al contributo della figlia Tiziana Bulleri con il marito Marco Monti, che ne hanno raccolto il testimone. Nel 2015, a coronamento di una lunga carriera, è stato conferito a Giacomo l’Ambrogino d’Oro, la più alta onorificenza che il Comune di Milano assegna ai suoi cittadini illustri.
“È morto un simbolo della ristorazione milanese e italiana, dal suo ristorante sono passate persone di tantissime nazionalità e grandi personaggi di Milano”, ha scritto su Twitter il sindaco Beppe Sala.