Zeni1870 preme l’acceleratore sull’ospitalità, con oltre 100mila presenze annue in cantina, e nei piani spunta la foresteria. “Nei nostri progetti compare una foresteria con alcune camere e un wine bar, tipo osteria, ma stiamo ancora valutando. Prima di tutto però stiamo cercando di ottenere le autorizzazioni”, ha spiegato a PambiancoWine&Food il presidente e amministratore dell’azienda vinicola veneta di Bardolino Fausto Zeni, rappresentante, insieme alle sorelle Elena e Federica, della quinta generazione.
“La foresteria, penso, sarà la prima cosa che potremmo realizzare nei prossimi 2/3 anni e molto probabilmente prenderà casa all’interno dell’azienda. Un’operazione che sarà resa possibile spostando delle lavorazioni, come l’imbottigliamento, in un altra porzione di cantina, così che si liberi lo spazio vista lago per le camere”. Queste, tra le 5 e 7 in numero, saranno dedicate “ai clienti più importanti che vogliono passare un weekend all’insegna del vino”. Nello specifico, lo spazio verrà liberato grazie al prossimo ampliamento della cantina, il quale porterà a un aumento pari circa al 10% degli spazi, a fronte di un investimento tra l’1,5 e i 2 milioni di euro. “Ci serve uno spazio aggiuntivo in bottaia per mettere nuove botti e inoltre ci serve un magazzino di stoccaggio dedicato all’affinamento pre vendita più ampio. In questo modo spostiamo l’imbottigliamento, così da liberare spazio ulteriore per l’accoglienza”.
L’azienda conta già su una ricca offerta dal punto di vista dell’hospitality. Tra le presenze per nazionalità spicca la Germania (50% del totale), seguiti da altri paesi europei (30%), dall’Italia (10%), da Asia, Stati Uniti e resto del mondo per il restante 10 per cento. Un traguardo reso possibile anche grazie al Museo del vino, voluto da papà Nino Zeni nel 1991, e dalla Galleria Olfattiva (Go), unica in Italia ad essere esclusivamente dedicata al vino. Go è una vera e propria galleria, un percorso, all’interno del quale i clienti sono invitati a riconoscere, scomposto in 14 cofanetti, il bouquet di due vini che cambiano ogni anno. Ogni cofanetto racchiude un aroma la cui identità è svelata solamente nell’area speculare a quella in cui si annusa.
L’ospitalità vale circa il 15% del fatturato totale di Zeni1870 che ha chiuso il 2018 a quota 11 milioni di euro e punta, nel 2019, a un risultato “in linea o in aumento di qualche punto percentuale sull’anno precedente”. Ad incidere sul risultato vi è soprattutto l’estero che conta per l’80% grazie a Paesi quali Svizzera, Germania, Nord Europa, Usa, Giappone, Hong Kong, Singapore, Cina, Tailandia, Australia, Russia. A livello di produzione, Zeni1870 realizza circa 1 milione di bottiglie destinate a canale horeca e ristorazione. Nei piani non c’è il lancio di nuove etichette, bensì “vogliamo sviluppare quelle che abbiamo. Non ha senso ampliare ulteriormente la gamma perché poi si fraziona troppo. Vogliamo, tra le altre, sviluppare Fef, la linea lanciata da ‘noi giovani’ (ndr. acronimo di Federica, Elena, Fausto)”. Cavallo di battaglia della cantina rimane l’Amarone, seguito dal Valpolicella Ripasso, dal Chiaretto, dal Lugana in qualità di vino bianco e poi gli altri rossi.
Per quanto riguarda la coltivazione delle uve, “stiamo decidendo se fare totalmente bio o applicare protocolli di sostenibilità ambientale. In quest’ultimo caso, però, ci sono diverse possibilità e quindi il processo è più complesso”, ha concluso Fausto Zeni.