La Sicilia è un territorio in piena espansione, e così la sua doc di riferimento. nel 2018, infatti, sono state prodotte oltre 80 milioni di bottiglie e, per il 2019, si prospetta di toccare il traguardo dei 100 milioni. La crescita, però, non è solo quantitativa, ma anche qualitativa e a livello di brand. un risultato frutto della dedizione del suo consorzio e della sinergia tra cooperazioni e aziende private
Cresce la Sicilia del vino che, nel 2018, si attestata quarta in Italia a livello di produzione vinicola, con circa 5 milioni di ettolitri prodotti, ovvero il 10% dell’intera produzione nazionale. Non solo, la regione si colloca al primo posto per superficie dedicata alla coltivazione biologica grazie ai suoi oltre 35.900 ettari, pari al 34% della superficie nazionale (dati 2017). Questi valori, riportati dall’Ansa, riflettono una regione in piena espansione, non solo dal punto di vista quantitativo ma anche qualitativo, con l’82,5% della produzione costituita da vini dop (28%) o igp (54%). In questo panorama, si distingue la doc Sicilia, la denominazione regionale per antonomasia, che, dalla sua istituzione, nel 2012, ha presentato dati in continua crescita. “La missione del Consorzio di Tutela vini Doc Sicilia è valorizzare l’identità dei vini siciliani”, ha spiegato a PambiancoWine&Food Antonio Rallo, presidente del Consorzio. “Lo stiamo facendo dedicando grande attenzione al coinvolgimento dell’intera filiera del vino e comunicando il ‘sistema doc Sicilia’ come sinonimo di produzioni di vini di eccellenza”. Una strategia la cui cartina tornasole sta nei numeri, i quali “dimostrano che l’intenso lavoro di questi anni sta dando i propri frutti”. Nello specifico, “il 2018 si è chiuso con un volume di imbottigliato di hl 603.839,55 pari a 80.511.941 bottiglie di 0,75 litri di capacità, con un incremento del 173% rispetto al 2017”. Un trend di crescita che si riflette anche nei primi mesi del 2019, in cui, come spiegato dallo stesso presidente, “registriamo un aumento del numero di bottiglie prodotte che ci fa ritenere raggiungibile il traguardo dei 100 milioni”.
DENOMINAZIONE VINCENTE
Un entusiasmo, quello nei confronti dell’operato della doc, che coinvolge anche i suoi produttori. “La doc Sicilia sta facendo un percorso virtuoso nella funzione di consorzio per la tutela e la promozione”, ha spiegato Alberto Tasca, CEO di Tasca d’Almerita. “Siamo riusciti a blindare le varietà Grillo e Nero D’Avola obbligando la loro produzione soltanto all’interno dell’isola e dal punto di vista promozionale stiamo investendo in tanti Paesi per far conoscere tutte le peculiarità dell’isola”. Peculiarità che, infatti, devono essere scoperte e di conseguenza promosse in maniera efficiente, sfruttando la riconoscibilità del macro-brand Sicilia. Proprio in questo senso, “un valore aggiunto offerto dalla doc Sicilia è la possibilità di inserire, sulle etichette, la doppia dicitura”, ha spiegato Alessio Planeta, AD di Planeta nonché presidente di Assovini Sicilia. “Per esempio, su alcune nostre bottiglie, è riportato ‘Sicilia Menfi Doc’, e non solo Doc Menfi. Questo è molto importante perché permette di comunicare in maniera più diretta ed esplicita il brand Sicilia nel mondo. Non tutti i consumatori conoscono le doc minori siciliane, e questo è un modo per promuovere il territorio e il suo vino”. Una promozione che, per Planeta, così come per Tasca d’Almerita, avviene anche attraverso il proprio progetto di hospitality. La prima, infatti, conta, per esempio, il boutique resort La Foresteria a Menfi e Palazzo Planeta a Palermo, mentre la seconda vanta, tra le altre, la tenuta Regaleali, nel palermitano, e Capofaro, nel messinese.
VINI SOSTENIBILI
La promozione del territorio, però, passa anche dalla sua cura, che, a sua volta, passa per il rispetto dell’ambiente e delle sue produzioni. Non a caso, “il Consorzio Sicilia Doc si sta muovendo per creare una linea di vini sostenibili e certificati in questo senso. Lo studio, al momento, si trova in uno stato avanzato e prevediamo possa concretizzarsi a partire dalla prossima vendemmia”, ha spiegato Giuseppe Bursi, presidente di Cantine Settesoli e parte del CdA del Consorzio. Proprio la cooperativa vitivinicola è particolarmente attiva in questo campo, e a livello biologico, per esempio, “vanta attualmente la certificazione per i vini Grillo e Nero D’Avola a marchio Settesoli. Ma, nei progetti, c’è il lancio del nuovo brand Jummare il quale verrà lanciato con la prossima vendemmia. Sarà bio vegan, verrà declinato in quattro tipologie di vino e sarà imbottigliato come igt terre siciliane”. Tra igt terre siciliane e doc Sicilia, la realtà siciliana produce 7,2 milioni di bottiglie. Per quanto riguarda la doc Sicilia, invece, con il brand Mandrarossa sono stati presentati due nuovi vini, ovvero il Bertolino Soprano Sicilia Doc Bianco 2017 e il Terre del Sommacco Sicilia Doc Rosso 2016, “per un totale di 25.000 bottiglie, entrambi frutto di un lavoro di ricerca partito cinque anni fa, e che proseguirà anche per il prossimo triennio. L’obiettivo è quello di valorizzare il territorio attraverso al produzione di vini estremamente qualitativi. La possibilità di gestire 6.000 ettari, 32 diverse cultivar, ci consente di selezionare le migliori uve, per produrre in un prossimo futuro una gamma di vini provenienti da terreni calcari dalle nostre migliori contrade”, ha continuato Bursi. “In linea generale mi piace dire che ‘grande è bello’, e quindi anche le aziende di elevate dimensioni, cooperative come noi, possono fare bene e produrre vini di alta qualità”.