Milano sta guidando un processo di cambiamento che porta alle maggiori città italiane e inevitabilmente alle località turistiche estive. La ricerca frenetica, sotto il Duomo, di strutture per realizzare hotel a quattro e cinque stelle è il segnale di un consolidato interesse degli investitori internazionali verso la capitale economica d’Italia e sta determinando la trasformazione di un comparto, quello dell’hotellerie, storicamente dominato nel nostro Paese da piccole realtà di carattere familiare. Ora stanno subentrando i player globali partendo, appunto, da Milano e dalle città d’arte, per poi guardare nel loro desiderio d’espansione ai tanti borghi-gioiello disseminati lungo le coste. In Costa Smeralda e parzialmente in Costiera Amalfitana è già accaduto, basti pensare al caso di Smeralda Holding controllata dal fondo sovrano del Qatar, ma nei prossimi anni o forse prima ci saranno altre grandi manovre soprattutto al sud, a cominciare da Puglia e Sicilia, favorite da un rinnovato appeal del territorio e dal clima mite che permetterà agli operatori di allungare la stagione con l’inserimento del turismo congressuale. Questo processo è favorito da un altro fenomeno che ha visto Milano segnare la strada: la connessione con la ristorazione, un tempo separata dalle attività alberghiere, oggi sempre più intrecciata come completamento di un servizio e anche come fiore all’occhiello quando il ristorante viene gratificato da premi e stelle. Il rapporto con uno chef di prestigio, per una catena alberghiera di fascia alta, diventa strategico perché assicura al tempo stesso il cliente, che troverà anche in vacanza gli stessi standard apprezzati in città, e la proprietà, trasformandosi in un investimento d’immagine e comunicazione. Ed ecco il fenomeno degli chef in trasferta stagionale, attraverso consulenze in grado di portar loro introiti (necessari, considerando i costi dell’alta ristorazione) e ulteriore fama, ma anche di consolidare la propria squadra offrendo ai vice la possibilità di diventare temporary executive. È un fenomeno di concentrazione all’interno di un settore ad alta frammentazione e sta determinando, anche al mare, un innalzamento degli standard qualitativi.