Si apre una nuova era per Cantina Todini, la realtà vitivinicola fondata dall’industriale Franco Todini in Umbria, in località Rosceto nei pressi di Todi, e oggi gestita dalla figlia Luisa Todini, attuale presidente del Comitato Leonardo. L’azienda di riferimento per il Grechetto di Todi, una varietà quasi scomparsa e recuperata negli anni Novanta proprio grazie alla convinzione di Franco Todini fino al raggiungimento della doc nel 2010, ha operato una svolta nell’offerta e, attraverso la consulenza strategica di Luca Fusani, già responsabile dei vini in Partesa, ha costruito una strategia basata su quattro etichette: le ‘storiche’ Bianco del Cavaliere e Rubro e le nuove Laudato e Consolare, unendo i vitigni di riferimento del territorio (Sangiovese e Grechetto) a quelli internazionali, realizzando così dei blend studiati per esprimere al meglio le potenzialità del territorio, grazie alla consulenza enologica di Maurilio Chioccia.
“Avevamo troppe etichette – ha raccontato Luisa Todini, intervenendo alla presentazione delle novità – e perciò abbiamo deciso di concentrarci su queste referenze, riducendo peraltro il numero di bottiglie per aumentare la qualità. Se oggi in Umbria ci sono tre vini che tutti si ricordano anche a livello internazionale, noi vogliamo arrivare a quota cinque e vogliamo che i due in più siano nostri”. Laudato e Consolare, in particolare, saranno le etichette di fascia alta dell’azienda. “Abbiamo un privilegio: possiamo scegliere solo il meglio tra le uve provenienti dalle parcelle all’interno dei vigneti di proprietà e utilizzarlo per produrre i nostri vini simbolo”.
Sono settanta gli ettari vitati all’interno della proprietà di Todini, che dispone in tutto di oltre mille ettari tra i colli di Todi. La cantina e la produzione vitivinicola appartengono infatti a un progetto più ampio, denominato WeAreTodini e ideato dalla famiglia per restituire al territorio e alla comunità locale il sostegno ricevuto nel corso degli anni. Ne fanno parte le strutture ricettive Villa Sant’Isidoro e Relais Todini, con annesso centro benessere dove è possibile concedersi un esclusivo trattamento al tartufo o rilassarsi immersi in un bagno di vino. Completa l’offerta il parco naturalistico Leo Wild Park, nato per proteggere gli animali provenienti da circhi e zoo e voluto da Franco Todini con la presenza di 45 specie di animali, compresi quelli esotici, oltre all’azienda agricola e all’azienda faunistica venatoria. “Proponiamo un’accoglienza rurale ma raffinata – precisa Luisa Todini – particolarmente apprezzata dai turisti internazionali e in linea con il tentativo di raggiungere, anche con i nostri vini, un’utenza globale. Il 65% del fatturato di Cantina Todini viene realizzato all’estero e particolarmente in Cina, da cui dipende circa il 60% dell’export. E dalla Cina accogliamo 5-6 gruppi l’anno, dando loro la possibilità di far base a Todi per visitare l’Italia centrale ma non solo”.
Nel capitale della società agricola di Todini è entrato come socio di minoranza Stefano Russo, nome noto della finanza internazionale con un passato da managing director di Morgan Stanley Asset Management e attuale vice presidente di Green Arrow Capital. “Dopo aver rilevato l’azienda di famiglia e aver operato un turnaround – precisa Todini – quattro anni fa ho aperto il capitale pensando che fosse utile l’ingresso di un socio in grado di raccontare l’azienda a livello internazionale e di sostenere il consolidamento della cantina e delle attività di accoglienza. Nel giro di tre anni, abbiamo raggiunto l’equilibrio economico. Stefano Russo era la persona adatta per le sue competenze relazionali e finanziarie; inoltre, poter disporre di un occhio esterno è importante per riuscire a raccontare con efficacia il territorio”.