C’è quella easy e c’è il tomo stile Bibbia, quella suddivisa per regioni o nazioni e quella da trattoria-pizzeria che a stento riporta il nome del produttore, quella che si apre privilegiando il prodotto locale e quella che spinge i vini biologici e biodinamici. Ogni ristorante ha la sua, ma non sempre è delineata per soddisfare le aspettative del cliente.
Parliamo della carta dei vini, che è stata l’oggetto della seconda giornata annuale dedicata a far conoscere The Wine Net, la prima rete italiana nata nel 2017 per unire e promuovere l’eccellenza della cooperazione vitivinicola italiana. A fondarla sono state sei cooperative italiane: Cantina Valpolicella Negrar, Cantina Produttori di Valdobbiadene e Val D’Oca, Cantina Pertinace, Cantina Cooperativa Vignaioli del Morellino di Scansano, CVA Canicattì e Cantina Frentana. A far gli onori di casa è stata la coop di Valdobbiadene, realtà da 45 milioni di ricavi nel 2018, specializzata nel Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene docg e operante nel mercato dell’horeca con il marchio Val D’Oca, di cui recentemente Mezzacorona ha acquisito la distribuzione negli Usa per soddisfare la sua esigenza di esportare un prosecco d’alta gamma negli Stati Uniti.
L’incontro di Valdobbiadene è stato aperto con la presentazione della ricerca “La carta dei vini vista dal cliente. Da un’indagine online gli indicatori di scelta”, che ha evidenziato come spesso il cliente finale si trovi di fronte a una carta dei vini confusa, male illustrata, o al contrario troppo dettagliata e tecnica, distante per questo da una semplice richiesta di abbinamento ad un piatto. Secondo lo studio, più della metà del campione composto da oltre duemila clienti ordina abitualmente il vino e la scelta avviene per il 77% in autonomia e per il 62% preferibilmente in bottiglia da 75ml, meglio se mostrata dal cameriere. Domina il territorio dove si trova il ristorante: oltre l’80% dei vini richiesti appartengono a quella zona specifica. La carta dei vini “ideale” del cliente prevede per il 59% degli intervistati la presenza di almeno 20 etichette con maggioranza di rossi e a seguire i bianchi, i rosati, gli spumanti e i vini da dessert. La presenza di vini biologici è molto apprezzata e ottengono una media del 6.80 su una base da 1 a 10. A questa prima parte, moderata da Fabio Piccoli (direttore di Wine Meridian), sono intervenute Laura Bresciani, giornalista e consulente di Soluzione Group (società incaricata del progetto), e la giornalista e scrittrice Francesca Negri.
La giornata è poi proseguita con il workshop off-trade “L’evoluzione del consumo domestico dei vini in Italia -Anteprima ricerca IRI – aprile 2019” a cui hanno preso parte Armando Brescia, direttore di Distribuzione Moderna, Virgilio Romano (Iri) e il consulente di grande distribuzione Francesco Campesan. La ricerca Iri presentata in tale occasione ha evidenziato una crescita dell’1,2% a volume e del 5,1% a valore del vino in gdo Italia, inclusi i discount, con supermercati e discount in positivo e con ipermercati e piccoli supermercati in leggera perdita ma in netto miglioramento rispetto alla chiusura 2018.
“Fare rete, fare sistema, ci aiuta a guardare avanti con ottimismo sia sul mercato domestico che all’estero”, ha commentato Aldo Franchi, direttore di Val D’Oca. “I sei associati di The Wine Net rappresentano 5 regioni, 4.092 ettari, 27 milioni di bottiglie prodotte e distribuite sia nel canale horeca che gdo. Per questo abbiamo scelto di investire su due importanti ricerche che ci mostrano gli attuali scenari nei rispettivi target di acquisto”.