L’Asti Secco si avvicina ai 2 milioni di bottiglie sul mercato e sbarca negli Usa. Dopo avere spinto con forza la nuova denominazione sul mercato interno, il Consorzio astigiano concentra infatti le attività promozionali oltreoceano, dove qualche bottiglia ha fatto capolino pur senza azioni specifiche.
Nel 2019 il Consorzio punta infatti sulla valorizzazione di Moscato d’Asti Docg, Asti Dolce Docg e Asti Secco Docg nell’ambito del progetto Enjoy European Quality (finanziato dall’UE) che prevede azioni congiunte ai salumi italiani e al Provolone Valpadana. Oltre alle masterclass nelle principali città, sono previste specifiche attività educazionali inserite nei programmi della facoltà di Ospitalità della Florida International University e nel calendario del SommCon di San Diego, convention annuale dei sommelier americani. In settembre sono previsti inoltre incoming mirati di sommelier e influencer statunitensi.
“Il mercato statunitense, con 17,6 milioni di bottiglie, è già il più importante mercato di sbocco per il Moscato d’Asti – rimarcano dal Consorzio – e ha ancora ampi spazi di crescita. Occorre però mantenere un forte presidio e una costante presenza”.
I dati 2018 mostrano uno scenario in evoluzione per il mondo Asti, che complessivamente tiene. Rispetto al 2017, l’Asti Docg ha registrato una flessione globale dell’1,6%, pagando il -21% in Italia, il -8,3% negli Usa e lasciando sul terreno più del 5% in Germania e UK, dati che il +16,1% della Russia (che pesa quasi un milione e mezzo di bottiglie) non riesce a compensare. Di converso il Moscato d’Asti cresce ancora in Nord America, in Europa (bene Italia e Francia) e in Asia (+21% con oltre 400mila bottiglie in più), mentre c’è disaffezione in Russia. Infine l’Asti Secco, lanciato nel 2018, rappresenta un plus netto da 600mila bottiglie per il 2018.
Giambattista Marchetto