Le due società vinicole quotate in Borsa, Italian Wine Brands e Masi Agricola, hanno presentato nei giorni scorsi i bilanci del 2018.
Italian Wine Brands ha chiuso a 149,8 milioni di ricavi, confermando sostanzialmente il dato del 2017 (149,7 milioni). Un fatto che la società ha interpretato come positivo, essendo stato ottenuto a fronte di aumenti eccezionali del prezzo della materia prima a seguito della scarsa vendemmia 2017 e con notevoli difficoltà di approvvigionamento. “Tenuto conto delle premesse – ha spiegato a Pambianco Wine&Food l’amministratore delegato Alessandro Mutinelli – poteva andare molto peggio. A un certo punto temevamo non ci fosse prodotto sufficiente per gestire la campagna vendite”. E Mutinelli evidenzia come l’avvio del 2019 sia stato caratterizzato dalla situazione opposta, data l’abbondanza di vino disponibile e acquistabile a prezzi di saldo. Al di là degli aspetti collegati alla materia prima, Italian Wine Brands sta continuando a rafforzare la propria posizione di operatore a marchio proprio, riducendo la quota di private label che all’inizio costituiva la totalità del prodotto in vendita mentre oggi si limita a poco più del 20%, con il rimanente 80% e oltre gestito attraverso i dodici marchi di Iwb, tra cui Giordano Vini. Intanto l’utile netto è pari a 6,3 milioni, di poco inferiore a quello del 2017, e l’indebitamento cresce da 2,3 a 3,3 milioni di euro, comunque contenuto rispetto al giro d’affari. “Nei primi tre mesi dell’anno nuovo – sottolinea Mutinelli – il trend dei consumi italiani è tornato in positivo, dopo anni di calo”.
Per Masi Agricola, prima società di fine wines quotata a Milano, i ricavi netti sono aumentati di quasi un milione di euro, passando dai 64,4 del 2017 ai 65,3 dell’ultimo esercizio, con una progressione dell’1,5% a cambi correnti e del 3,4% a cambi costanti. In ripresa anche l’utile netto, da 6,7 a 7,2 milioni, a seguito di una redditività molto positiva seppur lievemente inferiore al 2017: l’ebitda è stato pari a 12,3 milioni, sfiorando il 19% sul giro d’affari complessivo. La società della Valpolicella conferma il livello di indebitamento finanziario e porta da 122 a 127 milioni il patrimonio netto consolidato. “Nel 2018 – ha dichiarato il presidente Sandro Boscaini – abbiamo registrato una crescita dei ricavi, nonostante cambi penalizzanti e impattanti anche sulla redditività, che comunque resta elevata; è stata inoltre completata l’integrazione di Canevel all’interno del gruppo, dopo l’acquisizione avvenuta un paio di anni fa; infine sta acquisendo sempre più visibilità e dimensione Masi Wine Experience, il nostro macro-progetto strategico volto a creare un contatto sempre più diretto con il consumatore finale, anche grazie all’apertura del Masi Wine Bar Al Druscié a Cortina”. In prospettiva, Masi Agricola sottolinea la persistenza di elementi che rendono difficile prevedere l’andamento gestionale, tra l’incertezza socio-politica ed economica in parecchi mercati, la volatilità dei mercati finanziari e conseguentemente dei tassi di cambio, e l’incrementata prudenza dei clienti negli acquisti.