Export, posizione, logistica e presenze internazionali. Sono queste le caratteristiche che rendono la fiera tedesca un evento imprescindibile, tanto per gli stranieri quanto per le aziende italiane.
Strategica per la posizione, efficiente nella logistica e cruciale per le presenze. ProWein è la fiera tedesca dedicata a vino e distillati capace di riunire, in soli tre giorni, i principali attori europei e mondiali del settore. Un’opportunità imperdibile per le aziende italiane, il cui export, che nel 2017 ha sfiorato i 6 miliardi di euro (+6,5%) e che per il 2018 si attende in crescita tra il 4 – 4,5 per cento, dipende in larga parte proprio da Germania e paesi limitrofi che, nel complesso, generano esportazioni oltre i 2 miliardi. La sola Germania, infatti, seppur in contrazione a livello di consumi e fatturato export, ha contribuito per 985 milioni di euro, seguita, a livello europeo, da Regno Unito (811 milioni), Svizzera (360 milioni), Francia (170 milioni), Svezia (165 milioni), Danimarca (148 milioni) e Paesi Bassi (142 milioni). La fiera, pertanto, rappresenta il luogo ideale per far incontrare la domanda straniera e l’offerta italiana, riunendo sotto un unico tetto i principali attori del settore, sia i buyer che non partecipano al successivo (in linea temporale) Vinitaly, dedicato quasi esclusivamente alle realtà territoriali, sia ‘i colleghi’ di realtà lontane, da cui trarre spunti nuovi. Quella dello scorso anno, non a caso, è stata l’edizione dei record, con oltre 60mila buyer (1.500 in più rispetto all’anno precedente) e 6.870 espositori (+255), di cui circa 1.700 italiani (la nazionalità più numerosa). E l’attuale si propone di mantenere i ritmi della precedente. Il ProWein, pertanto, è l’evento imperdibile per le aziende, italiane e non, che sono disposte a pagare alte cifre per accaparrarsi uno stand all’interno della fiera. Anche se, proprio alcuni dei suoi punti di forza, iniziano a rivelarsi armi a doppio taglio.
OLTRE IL BUSINESS C’È DI PIÙ
Tra le caratteristiche vincenti della fiera tedesca vi è tutto l’aspetto logistico a questa collegato. In primis, la sua centralità geografica che la rende facilmente raggiungibile da tutta Europa e oltre. In secondo luogo, il sistema di accoglienza e trasporto, tanto dell’evento quanto della città che l’accoglie, è impeccabile, rendendola, nel complesso, una delle fiere più fruibili, soprattutto se paragonata alle concorrenti europee. “ProWein è la fiera internazionale per eccellenza, a cui non si può non partecipare, e il suo successo passa dalla sua organizzazione e logistica. In questo senso, la fiera è cresciuta anche sulle pecche della concorrenza. I suoi servizi pubblici, infatti, non sono come quelli di Verona”, ha spiegato a PambiancoWine&Food Alessandro Mutinelli, presidente e CEO di Italian Wine Brands, gruppo vinicolo italiano quotato alla Borsa di Milano dal 2015. Un’efficiente struttura logistica concorre quindi ad attirare facilmente un vasto pubblico internazionale, ovvero quel bacino d’utenza cruciale per le aziende italiane il cui giro d’affari dipende soprattutto dai mercati stranieri. “Per noi ProWein è particolarmente importante – ha continuato Mutinelli – in quanto il centro Europa è il nostro mercato principale. Su 150 milioni di euro di fatturato, l’estero, infatti, pesa per l’80 per cento e, di questi, il 60% è rappresentato da quest’area”. Ma non è solo la quantità e la provenienza degli operatori a incidere, bensì anche la rigida selezione da parte dell’organizzatore Messe Düsseldorf, che consente l’accesso solo agli addetti più qualificati. “L’organizzazione del ProW ein è perfetta, i partecipanti sono molto selezionati per cui chi, come noi, deve lavorare non è distratto da persone che nulla hanno a che vedere con il nostro mondo”, ha raccontato Valentino Sciotti, presidente di Farnese Vini, realtà abruzzese che esporta oltre il 90% della propria produzione. “Il ProWein – ha continuato – può sicuramente essere una fiera di riferimento anche per tutti coloro che hanno intenzione di migliorare la propria”. La miscellanea di nazionalità e di realtà diverse consente quindi di trovare nuovi contatti, e spunti, non solo dal punto di vista commerciale, ma anche della ricerca, consentendo agli italiani di entrare in contatto con i prodotti e i metodi dei propri ‘competitor’ stranieri. “La fiera offre la possibilità di confrontarsi con i produttori e distributori di mercati emergenti, e spesso da questo confronto emergono prospettive interessanti, spunti di riflessione che mostrano quanto il consumatore e i mercati siano differenziati e a quanti bisogni diversi il prodotto vino possa rispondere”, ha spiegato Alessandro Marchionne, amministratore delegato di Genagricola, società controllata da Generali che, con la divisione dedicata alla viticoltura, produce più di quattro milioni di bottiglie ogni anno.
ARMA A DOPPIO TAGLIO
La presenza di molti attori del mondo vitivinicolo può però trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Maggiore è il numero degli espositori, infatti, minore è il tempo e l’attenzione dedicabile al singolo. “La fiera si è ampliata molto e le distanze non sono da poco, pertanto l’operatore rischia di ‘perdersi’ e di non avere il tempo per fare tutto”, ha sottolineato Giorgio Polegato, presidente di Astoria. “Tra i nostri obiettivi c’è anche quello di agganciare nuovi contatti e, in questo senso, l’edizione dell’anno scorso è stata sottotono, con una scarsa affluenza. Magari dovuta anche al maltempo, ma in ogni caso non abbiamo avuto i riscontri che ci aspettavamo. Confidiamo quest’anno di incontrare chi l’anno scorso non si è presentato, o perchè non presente alla fiera o per mancanza di tempo”. 25 anni di prowein Il 2019 segna il 25esimo compleanno della fiera tedesca che, per l’occasione, ha organizzato diverse attività inedite. Un esempio in questo senso è la campagna “Coming home for ProWein”, che avrà tra i propri protagonisti il Killepitsch, liquore tipico di Düsseldorf, di cui è stata realizzata un’edizione limitata. Un ruolo di rilievo, inoltre, lo avrà la Francia a cui la fiera riconosce una certa rilevanza per il prezioso contributo dato al settore vitivinicolo e, di conseguenza, alla nascita di ProWein. Tra gli eventi collaterali, c’è poi l’esposizione dedicata alle bevande artigianali “Same but different”, in cui saranno presenti un centinaio di espositori provenienti da circa 20 Paesi per presentare una selezione di prodotti quali liquori, birre e sidri artigianali. Il tema sarà “Zero waste: massimo riciclaggio dietro al bancone” che implica un impiego razionale delle materie prime e un’ottimizzazione del ciclo produttivo, utilizzando tutte le parti di un frutto e riciclando in modo intelligente.