Conserve Italia rafforza la propria presenza nel canale horeca con i succhi e ora anche con le bibite, strizzando l’occhio alla mixology. Il gruppo cooperativo emiliano da 894 milioni di ricavi ottenuti nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2018 ha infatti rilanciato dallo scorso anno il marchio Bitter Salfa, acquisito alla fine degli anni Ottanta e finora rimasto dormiente. Il trend della riscoperta di prodotti non massificati ha spinto il management della realtà leader nell’industria conserviera – dove opera con brand della portata di Cirio e Valfrutta, per citare i più noti al grande pubblico – a declinare l’offerta a marchio Bitter Salfa in sette referenze, di cui tre sono acque toniche (classica, mediterranea e al mirto), a cui si aggiungono una soda, una limonata, un ginger ale e una ginger beer.
Questo rilancio aumenterà in prospettiva il giro d’affari horeca del gruppo, che nel 2018 ha ottenuto circa 50 milioni di ricavi dal cosiddetto ‘fuoricasa’ attraverso i succhi di frutta a marchio Derby Blue, Yoga e Valfrutta Bio. Messi assieme, i tre brand assicurano a Conserve Italia la leadership assoluta sul formato per bar e ristorazione da 200 cl, con una quota stimata attorno al 60% del mercato totale. E proprio la presenza capillare del gruppo di San Lazzaro di Savena (Bologna) nel canale horeca, attraverso i succhi di frutta, è l’asset che potrebbe permettere a Bitter Salfa di guadagnare spazio in vetrina e il favore dei barman italiani. “Ci misuriamo con veri e propri giganti delle bevande analcoliche – ha spiegato a Pambianco Wine&Food Piergiorgio Missiroli, business developer del beverage per l’horeca di Conserve Italia – ma in questo mondo ci confrontiamo con operatori che non vogliono più avere a che fare con il mass market e vogliamo perciò approfittarne. In futuro, potremmo ipotizzare un ingresso anche in prodotti come l’aranciata e la cola”.
Intanto, nei succhi di frutta, l’estate scorsa ha visto il cambio di grafica delle iconiche bottigliette a marchio Derby Blue, lanciate negli anni Novanta con una vera e propria rivoluzione grafica nel prodotto juice, precedentemente legato a bottigliette tipiche da grande distribuzione. “Quella grafica aveva compiuto vent’anni e generato vendite per oltre un miliardo di bottiglie. Era giunto il momento di cambiare”, osserva Missiroli.
La mixology è un mondo al quale Corserve Italia guarda con particolare attenzione, sia con le bibite sia con i succhi. “Sta diventando simile all’alta ristorazione, con i bartender vicini alla fama degli chef. Le carte dei cocktail si presentano sempre più come menù di ristoranti stellati, i prezzi di un cocktail superano spesso i 10 euro, i clienti fotografano il loro drink e lo postano su Instagram. E il livello qualitativo, di conseguenza, si è alzato”, conclude Missiroli.