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Utilizzate Vinitaly

8 Nov 2018 DI REDAZIONE

Utilizzate Vinitaly

Alla vigilia di wine2wine, Giovanni Mantovani(DG di Veronafiere) lancia l’appello al settore: l’export rallenta e occorre reagire facendo massa critica, partendo dai mezzi che la fiera può mettere a disposizione

La via per Vinitaly inizia da wine2wine, forum internazionale per l’industria del vino in programma a Verona il 26-27 novembre. Il programma è definito e sono annunciate presenze stimolanti, dalla Francia con Margaret Henriquez (CEO di Krug) alla Cina con la top influencer Shenghan Wang (Lady Penguin) fino agli Usa con Geoff Kruth e Alison Napjus, senior editor di Wine Spectator, per avviare una discussione (con relativa riflessione) su quanto sta accadendo nel mondo del vino, particolarmente in Italia, protagonista in negativo di un rallentamento della crescita evidenziato nei dati dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor. A cominciare dagli Stati Uniti, dove nei primi otto mesi 2018 la Francia ha preso il volo (+8,2%) con 1,18 miliardi di export contro gli 1,11 miliardi dell’Italia, che si difende con un risicato +0,7% ma solo grazie alla performance degli spumanti (+16%). In altre parole: se non fosse per il Prosecco, l’export italiano sarebbe in discesa, perché i nostri vini fermi hanno lasciato sul terreno il 2,9% mentre quelli della concorrenza transalpina crescono del 15 percento. Questo dato, unito alla lentezza della crescita in Cina e alle persistenti difficoltà italiane nel fare sistema, sarà certamente al centro di wine2wine, dedicato al tema Sharing business ideas. Sono previsti 60 speaker, di cui oltre la metà esteri, per 25 incontri sui temi della comunicazione dei brand di lusso, la costruzione di una wine community in Cina, il volto mutevole del ‘direct to consumer’ per i vini super premium negli Stati Uniti, l’enoturismo e gli special event della Vinitaly international Academy.

Un momento dell’ultima edizione di wine2wine

“Sarà un’edizione molto più coinvolgente per gli stessi produttori – spiega a Pambianco Magazine Wine&Food il direttore generale di Veronafiere e Vinitaly, Giovanni Mantovani – che saranno chiamati a raccontare i loro case history. Con wine2wine puntiamo a creare qualcosa in più di un momento di definizione delle strategie generali, perché oggi le aziende hanno soprattutto bisogno di conoscere gli strumenti operativi da utilizzare per conquistare quote di mercato, con particolare attenzione per gli aspetti legati alla comunicazione e all’interazione digitale. Il tutto avverrà in un contesto di mercato più complesso e nel quale è scattato il warning per l’export di vino italiano, perché cresciamo poco e certamente meno dei concorrenti”. Mantovani in particolare osserva difficoltà conclamate quando le piccole aziende si mettono assieme per aggredire vecchi e nuovi mercati e accusa: “Le risorse utilizzate dal sistema-vino per crescere sui mercati internazionali e fare promozione sono ingentissime. Ciononostante, negli Usa rallentiamo la marcia e in Cina stentiamo a guadagnare quote di mercato. Questo probabilmente è dovuto al fatto che non soltanto i francesi, ma anche i produttori spagnoli e i cileni quando fanno massa critica ottengono più risorse da spendere proprio perché si muovono in massa. Invece le aggregazioni italiane sono piccole”. L’accusa, neanche troppo velata, del DG di Veronafiere alle aziende e agli stakeholder del settore è di procedere in ordine sparso non sapendo o non volendo utilizzare la forza di Vinitaly, inteso come marchio internazionale e come sistema di promozione del vino italiano. “Una promozione – sottolinea Mantovani – che non è fatta soltanto attraverso la pubblicità o gli eventi, ma anche utilizzando quegli strumenti di digital transformation che sono oggetto di un programma alquanto ambizioso lanciato da Vinitaly. Attraverso l’investimento nel digitale, disponiamo oggi di una lettura precisa dei comportamenti dei quasi 50mila tra buyer e operatori internazionali che vengono a Vinitaly e questo può essere uno strumento straordinario per le aziende che operano nei mercati internazionali. Pertanto diciamo: utilizzateci, perché siamo attrezzati e disponibili a discutere i programmi per il futuro, creando una nuova capacità di sviluppo del vino italiano a partire dai due mercati chiave, Usa e Cina, dove oggi è vietato perdere posizioni”. La tentazione di portare wine2wine anche all’estero viene per ora allontanata da Mantovani. “Resterà a Verona, diventando sempre più la sede dove le aziende discutono le strategie e stringono i rapporti con le istituzioni e con il sistema della promozione. Solo quando questo processo sarà stato rafforzato, allora potremo ipotizzare di esportare il format”. Guarda decisamente all’estero, invece, l’attività di Vinitaly International Academy, che a oggi ha già formato 162 ambasciatori ed esperti del vino italiano e punta a quota 200 per il prossimo anno. “Il progetto sta funzionando e va rafforzato nei maggiori mercati del mondo, delocalizzando la formazione nei Paesi chiave per ottenere un effetto-moltiplicatore”, conclude il DG di Veronafiere.

di Andrea Guolo

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