Terra Madre Salone del Gusto si è conclusa lunedì a Torino, ma per Slow Food resta aperta la campagna Food for Change, lanciata durante la dodicesima edizione del Salone (ottava con Terra Madre) e dedicata a un cambio di passo, una mobilitazione dal basso per la tutela dell’ambiente e lo sviluppo rurale. “Dobbiamo partire dalle scelte quotidiane, che se realizzate da una moltitudine di persone in ogni angolo del mondo, si trasformano nel vero cambiamento”, ha affermato il presidente e fondatore Carlo Petrini.
L’evento torinese è stato caratterizzato da un’affluenza in linea con il 2014, ultima edizione al Lingotto prima della parentesi del 2016 in centro città a Torino. “A metà dell’ultima giornata – ha comunicato in una nota il direttore generale di Slow Food Italia, Daniele Buttignol – quando i dati non sono ancora definitivi, il numero di passaggi è in linea con il 2014, che ne ha registrati 220mila”. Di questi, 7mila sono stati i delegati di Terra Madre, provenienti da 150 Paesi del mondo. Tra le aree più vivaci della manifestazione al Lingotto va segnalata la zona dedicata allo street food. Molto interesse anche per le zone che ospitavano i presidi Slow Food, con la presentazione di 28 nuovi alimenti entrati a far parte del progetto dedicato alla difesa dei prodotti tradizionali a rischio estinzione.
Forum e conferenze, a Lingotto Fiere e alla Nuvola Lavazza inaugurata per l’occasione, hanno fatto registrare il tutto esaurito. I temi affrontati sono stati l’allevamento, il cambiamento climatico, i cibi naturali e il futuro delle api, con la partecipazione tra gli altri di Amitav Ghosh, Sunita Narain, John Ikerd e Barry Lynn.
La campagna Food for Change, eredità di questo Salone del Gusto, si concentra sulla relazione tra cibo e cambiamento climatico. Con questa iniziativa Slow Food chiama a raccolta la rete globale per invitare tutti a riflettere e modificare anche di poco quelle abitudini che sommate hanno un pesante impatto negativo sul pianeta. La prima sfida è dal 16 al 22 ottobre, settimana contro lo spreco. Slow Food ha inoltre lanciato alcune campagne forti, da quella per dimezzare il consumo di carne pro capite nei Paesi caratterizzati da un eccesso (sono 120 kg a persona negli Stati Uniti e circa 90 kg in Italia), alla lotta allo spopolamento dei borghi per salvare l’enogastronomia, all’inserimento in etichetta dei prezzi delle materie di origine.
È stata infine presentata la guida Osterie d’Italia, edita da Slow Food e curata da Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni. Tra le novità dell’edizione 2019 ci sono i sei premi speciali attribuiti a Reis – Frassino (Cn) per la miglior dispensa, Da Cesare – Roma per la miglior carta dei vini, Cacciatori – Cartosio (Al) come migliore novità (in occasione dei suoi 200 anni), Zenobi – Colonnella (Te) come miglior interpretazione della cucina regionale, Badessa – Casalgrande (Re) come migliore giovane e Osteria Fratelli Pavesi – Podenzano (Pc) come miglior oste.