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Export alimentare, l’Italia cresce nei mercati chiave

20 Lug 2018 DI REDAZIONE

Export alimentare, l’Italia cresce nei mercati chiave

Il cibo italiano cresce più di quello da paesi concorrenti

Gli Usa hanno ridotto l’import agroalimentare del 4%, ma quello dall’Italia è aumentato del 4,5 percento. In Cina è -3,1% a livello complessivo, +14,3% per i prodotti food&beverage made in Italy. Lo stesso accade in Canada, nome di assoluta attualità in questi giorni di discussioni legate all’accordo di libero scambio (Ceta): -6,8% l’import totale agroalimentare, +4% quello di origine italiana.

I dati raccolti e analizzati da Nomisma evidenziano come, in uno scenario di mercato poco favorevole agli scambi commerciali internazionali, l’agroalimentare italiano stia continuando a crescere, performando meglio dei competitor. Nei primi cinque mesi 2018, la progressione delle esportazioni tricolori è stata pari al +3,5%, tra le più alte se confrontate con gli altri Paesi. Solo la Francia è cresciuta di più (+4%), mentre la Germania non va oltre il +1% e la Spagna arretra dell’1 percento. Profondo rosso invece per la concorrenza extra Ue, con gli Stati Uniti in calo dell’8%, il Canada del 10%, il Brasile quasi del 12 e l’Australia addirittura del 17 percento.

“L’Italia è in netta controtendenza, fa meglio del mercato”, commenta Denis Pantini, responsabile area agroalimentare di Nomisma. E ciò accade anche in Europa, dalla Germania (+5,8%) alla Gran Bretagna (+2,6% contro una media del -2,4%) fino alla Romania (+13%) e alla Polonia (+8%), dove negli ultimi cinque anni le importazioni di food&beverage dal nostro paese sono aumentate del 46% grazie anche ad un consumatore locale che ha potuto godere di un maggior livello di benessere e che in prospettiva dovrebbe veder crescere ancora i propri redditi.

Il prossimo 28 settembre a Bologna si terrà il Forum Agrifood Monitor 2018. All’ordine del giorno, i possibili effetti derivanti dalla Brexit sul sistema agroalimentare italiano e l’analisi sul posizionamento, la reputazione e la percezione che il food&beverage (in particolare i salumi “made in Italy”) hanno presso il consumatore polacco.

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