Un sistema pensato contro le lunghe attese, per chi ha i minuti contati per mangiare, ma anche in chiave social. Si tratta del servizio di pre-ordinazione tramite app per il take away: il contrario del food delivery, perché in questo caso il ritiro del pranzo o della cena viene effettuato direttamente dal cliente a un orario prestabilito. A Milano è un servizio presente già in 250 ristoranti con la lifestyle app EatsReady, nata da pochi mesi dopo un test di prodotto condotto all’interno di alcuni coworking milanesi. Il target è ampio ma come punto di partenza sono state individuate le zone della città ad alta presenza di millennials e studenti universitari, le stazioni ferroviarie, i quartieri degli uffici e del business. E che l’interesse verso il trend del mobile order & pay sia alto è confermato anche a livello di investitori. La società ha raccolto più di 1,2 milioni di euro da business angels e venture capital stranieri. Tra gli investitori che hanno creduto su EatsReady compaiono Riccardo Bruno, già partner di Clessidra, divenuto presidente del cda, e poi Maria Elena Cappello, il fondo Boost Heroes di Fabio Cannavale, la venture capital spagnola Copernion, Davide Corradi, Francesco Signoretti, Moffu Labs, Saf Venture e Stefano Saccardi.
“L’obiettivo più immediato – spiega a Pambianco Wine&Food il co-founder & CEO Giacomo Alpago – è implementare la piattaforma sulla città di Milano, per poi creare e rafforzare la community. A tal fine abbiamo raggiunto un’intesa con Nexi per accelerare l’interazione tra cliente e locale. In seconda battuta, usciremo dall’Italia puntando su altre capitali europee”. Alpago è tornato a Milano dopo una lunga esperienza professionale londinese. Nella capitale britannica ha intercettato le nuove tendenze nella ristorazione, tra le quali anche quelle legate al click and collect, e soprattutto ha fondato (per poi venderla) Betfect, una piattaforma online che coniuga le scommesse sportive con l’aspetto social offrendo agli scommettitori la possibilità di interagire, esperienza utile per applicare la gamification anche al mondo food.
Il trend alla base di EatsReady è ormai consolidato negli Stati Uniti, dove le file nei locali più frequentati (chi frequenta Shake Shack a New York, per citarne uno, conosce bene il problema…) costituiscono un problema reale per la gestione della pausa pranzo e non solo. “Il primo ad adottare il sistema di pre-ordinazione è stato Starbucks, arrivando fino al 20-30% di ordini totali provenienti da mobile”, racconta Alpago. “Oggi nel mercato nordamericano operano big player come Ritual, un marketplace puro, o come LevelUp che vende anche la sua tecnologia al ristorante. La nostra idea consiste nel realizzare, attraverso mobile, una vetrina digitale”.
Secondo Alpago, Milano è ormai pronta. “Forse il sistema di pre-order con pagamento in-app, evitando di ricorrere al contante o alla carta di credito, non è ancora così diffuso, ma l’evoluzione è in atto anche tra i più giovani, a cui peraltro offriamo un sistema di loyalty utilizzando gli strumenti della gamification”. Quanto al rapporto con la ristorazione, EatsReady offre soluzioni per l’upgrade tecnologico e l’incremento della visibilità online, supportando gli esercenti nel processo di digitalizzazione per adattarsi alle esigenze delle nuove generazioni digitali.