Lavazza arriva a quota due miliardi di euro. Il 2017 del gruppo torinese del caffè si è chiuso con una crescita del 6,3% nei ricavi, con l’estero in forte aumento e arrivato a generare il 63% delle vendite totali. Corre a passo ancor più rapido (+12,5%) la marginalità misurata in ebitda, pari a 200,8 milioni di euro, per un’incidenza superiore al 10% sul fatturato. In controtendenza l’utile netto, pari a 44,7 milioni e quasi dimezzato rispetto al 2016, ma la società ha precisato che il dato non è comparabile perché il precedente beneficiava di effetti positivi non ricorrenti per circa 37 milioni.
Antonio Baravalle, amministratore delegato di Lavazza, evidenzia il tasso di crescita del gruppo, tre volte superiore alla media del mercato. “Questo è stato possibile grazie a forti investimenti e al lavoro sulla competitività dell’offerta”, ha commentato l’AD. “Nel 2017, infatti, oltre alla piena integrazione dei brand Merrild e Carte Noire, sono entrati a far parte della nostra azienda marchi come Kicking Horse Coffee, Esp e Nims che rappresentano ulteriori acceleratori di crescita profittevole”.
Nella distinzione per mercati di destinazione, l’Italia ha assicurato il 37% dei ricavi totali permettendo a Lavazza di mantenere una posizione di leadership. La crescita è riconducibile soprattutto all’espansione dei Paesi chiave: la Francia, che rappresenta il secondo mercato dopo l’acquisizione di Carte Noire, la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti, dove si è registrata una crescita a tassi sostenuti sia in termini di valore che di quote di mercato.
“Il 2018 sarà un anno di forte focalizzazione sulla crescita organica del gruppo, coerentemente con le linee guida del piano strategico: internazionalizzazione, rafforzamento dei brand e ulteriore espansione della marginalità operativa”, comunicano da Lavazza.