La svalutazione della sterlina sta spingendo i consumatori britannici verso vini più economici. A testimoniarlo sono da un lato la forte perdita nell’export francese di bottiglie di Champagne destinate oltre Manica, dall’altro la crescita delle importazioni di vini dal nuovo mondo.
Secondo l’analisi di Nielsen basate sui consumi, nel 2017 le vendite di Champagne in Gran Bretagna sarebbero state pari a 13,3 milioni di bottiglie, con una perdita annuale di 3,4 milioni di bottiglie (-20%): nel 2016 erano state 16,7 milioni. Il calo è più contenuto in valore, superando comunque le due cifre (-11%). Analoghi riscontri emergono dal punto di vista delle vendite nel canale horeca, ridottesi del 12 percento. Questi dati, qualora confermati, aumenterebbero la distanza tra gli Stati Uniti, diventati il primo mercato di destinazione della preziosa bollicina francese metodo classico dopo aver superato proprio il Regno Unito, e l’ex primatista della classifica.
D’altro lato, il Cile sta rafforzando le proprie posizioni ed è destinato nei prossimi tre anni a diventare la seconda nazione esportatrice nel mercato britannico per quantitativi di vino, salendo dal sesto posto del 2016 per posizionarsi subito alle spalle dell’Australia, che già ora è in vetta alla graduatoria. A rivelarlo è una ricerca di Vinexpo. I produttori cileni supererebbero così, nell’ordine, spagnoli, italiani, francesi e statunitensi. Tutti i primi cinque player in classifica perderanno in termini di casse esportate e ad aver la peggio sarà l’Italia, con un calo previsto del 5,8%, ma anche Francia (-4,3%) e Spagna (-4,8%) andranno a ridurre le quantità, mentre l’Australia conterrà il calo al -1,8 percento. In controtendenza andrà proprio il Cile, con un incremento del 2,4%, sufficiente per scalare cinque posizioni. I più dinamici saranno altri due player dell’emisfero australe, Argentina (+8%) e Nuova Zelanda (+9,4%).
Per l’Italia si prevedono tempi difficili nelle esportazioni verso Londra, con una sola eccezione: le bollicine. Vinexpo/IWSR stimano per il 2021 un consumo di 16,1 milioni di casse di spumanti contro i 14,1 milioni del 2016 e a guidare questa ripresa sarà esclusivamente il Prosecco. Infatti, secondo l’analisi, i produttori di Champagne e Cava vedranno una riduzione dei quantitativi piazzati oltre Manica.