Pitti Taste cresce e seleziona i suoi espositori. La tredicesima edizione del salone organizzato da Pitti Immagine a Firenze e dedicato alle eccellenze del gusto è stato presentato nei giorni scorsi a Milano. Si inizia sabato 10 marzo alla Stazione Leopolda, confermata come location della manifestazione che si chiuderà lunedì 12, ma nella città di Firenze gli eventi inizieranno prima e comporranno una sorta di food week denominata “FuoriDiTaste”. Gli spazi inoltre aumentano. “Ci siamo allargati, prendendo un pezzetino di Teatro dell’Opera per ampliare la superficie e gestire le iniziative collaterali”, ha commentato durante la presentazione Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine. E l’amministratore delegato Raffaello Napoleone non ha mancato di evidenziare il cambiamento della manifestazione avvenuto negli anni. Da b2c, Taste si è trasformato in evento sempre più b2b. Aumenta il numero di aziende, da 380 a 400, con altri 300 espositori in lista d’attesa. “Abbiamo selezionato e l’obiettivo, coerentemente con il leitmotiv delle nostre manifestazioni, è quello di essere sempre più attrattivi, presentando novità a ogni stagione”, ha commentato Napoleone.
Tra le novità dell’edizione 2018 spicca il focus sul Foraging, il trend contemporaneo della raccolta e utilizzo in cucina delle piante selvatiche, che ispirerà l’allestimento e l’atmosfera dell’evento fiorentino.
Nella precedente edizione, Taste ha fatto registrare in tre giorni un’affluenza complessiva di oltre 15.800 presenze, dei quali 5.300 tra buyer e operatori del settore, a cui peraltro sono riservate due mezze giornate della mostra con chiusura al pubblico generalista. Poletto ha evidenziato il lavoro svolto negli ultimi anni per favorire l’incoming, anche con il contributo di Ice. “Oggi abbiamo importatori da Canada e Stati Uniti, buyer da Far East e America Latina. Per questa edizione ne abbiamo selezionati altri 40, e si tratta di persone che ospitiamo il primo anno ma che poi ritornano a Taste per conto proprio”. Ha aggiunto Davide Paolini, curatore della manifestazione: “Oggi ci chiedono di partecipare aziende con marchi forti e alti fatturati, perché hanno intuito la forza dei piccoli artigiani e si vogliono inserire tra loro. È un capovolgimento delle logiche. Del resto i compratori esteri vengono a Taste per cercare quelle eccellenze che altrove non riescono a trovare. Ed è bello scoprire che gli artigiani della prima ora, cresciuti con noi, oggi iniziano a esportare i loro prodotti”.