Bonollo stima una chiusura 2017 di circa 40 milioni di euro, tre in più rispetto ai 37 milioni raggiunti a fine 2016 e che imposero l’azienda padovana, attiva nel mercato dell’horeca con il marchio Bonollo Of, al secondo posto della graduatoria degli specialisti della grappa, preceduta soltanto da Julia (che peraltro produce anche altri spiriti e in quota non marginale) con 39 milioni secondo lo studio di Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati del 2016. A questo punto la vetta parrebbe conquistata.
Ad annunciarlo è Elvio Bonollo, alla guida delle distillerie Bonollo Umberto, società a cui fa riferimento il brand Bonollo Of che oggi genera tra il 25% e il 30% delle vendite complessive, mentre il restante 70-75% dipende ancora dal prodotto destinato alla grande distribuzione da cui, sottolinea Bonollo, dipendono i volumi necessari a generare le risorse destinate alla ricerca. Risorse che in questo momento vengono utilizzate anche per concretizzare un obiettivo strategico dell’azienda con sede in provincia di Padova: l’utilizzo della grappa, prodotto-icona tra gli Italian spirits, come ingrediente base per la preparazione dei cocktail. A tal fine, Bonollo ha lanciato Gra.it, prodotto innovativo che pur essendo a tutti gli effetti una grappa, è particolarmente indicata per il mondo della mixology. E per dimostrarlo, l’azienda è partita dagli Stati Uniti, mercato chiave per gli ingredienti da cocktail, proponendo ai bartender la sua grappa frutto di tre anni di ricerca per diventare idonea alla miscelazione. Superata la prova americana, con una sorta di roadshow tra i locali di tendenza di Miami, New York, Los Angeles, Austin e Chicago con 15 bartender per protagonisti, ora la sfida è stata spostata in Italia. “Stiamo superando un preconcetto, quello che identifica la grappa come un prodotto difficilmente mixabile, con l’obiettivo di catturare un pubblico più giovane, il pubblico dei millennials”, dichiara a Pambianco Wine&Food l’imprenditore veneto.
L’export è considerato strategico in prospettiva per la crescita non solo dei conti aziendali, ma anche delle vendite complessive del mondo grappa. Per Bonollo, la quota delle esportazioni sul fatturato si aggira attorno al 30% con una prevalenza di quelli che sono i mercati esteri consolidati della grappa ovvero i Paesi di lingua tedesca. Ma in prospettiva sono gli Stati Uniti, nella visione di Bonollo, il Paese chiave per la grappa italiana.