Un piano da 35 milioni di sterline per recuperare le antiche distillerie. Lo ha lanciato Diageo, gruppo leader mondiale nell’ambito degli spirits, e riguarda la Scozia e il single malt. In particolare, le distillerie sono quelle di Port Ellen e Brora, chiuse nel 1983. A 34 anni di distanza, i whisky distillati in quei due antichi opifici hanno acquisito apprezzamenti e quotazioni di mercato tali da indurre il management del gruppo londinese, primo player del malto con 28 distillerie aperte e una capacità di prodotto tale da coprire un terzo del totale mondiale, a reinvestire per soddisfare le esigenze di appassionati e collezionisti.
“La decisione della società – comunica Diageo in una nota – arriva in parte come risposta alle richieste dei clienti più fedeli, ma riflette anche la forte crescita del mercato del single malt scotch e l’opportunità di creare nuove generazioni di consumatori”.
Una conferma sul boom della tipologia considerata più pregiata di whisky era arrivata a maggio, con i dati ufficiali dell’export relativo al 2016. Per la prima volta nella storia, l’export del distillato monovarietale da singola distilleria aveva superato il miliardo di sterline, mettendo a segno un progresso del 12% rispetto al risultato 2015. Il single malt resta una nicchia, con una quota del 9,3% in quantità sul totale esportato, ma il peso in valore ha ormai raggiunto il 26% del valore totale, pari a circa 4 miliardi di sterline.
La distilleria di Port Ellen si trova a Islay, poco distante dalla distilleria di Lagavulin controllata da Diageo, mentre quella di Brora ha sede nella costa est del Sutherland. Il piano di recupero da parte di Diageo punta a replicare i regimi di distillazione e il carattere degli stabilimenti originali. Entrambi i siti includeranno gli impianti di riempimento delle botti e di stoccaggio tradizionale. Non mancherà naturalmente un piano di accoglienza per accontentare le tante richieste dei turisti che vogliono visitare le distillerie e degustare il prodotto direttamente nei luoghi di distillazione. Il ritorno all’attività è previsto entro il 2020.