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Biologico o biodinamico, il vino a Live Wine

Nuova proprietà per La Versa. Nella foto, la bottiglia di Testarossa, prodotto di punta dell’azienda

La Versa, affare fatto. Terre D’Oltrepò (con Cavit) vince l’asta

by Andrea Guolo
20 Febbraio 2017

Un accordo tra cooperative è alla base dell’operazione che porta all’acquisizione di La Versa, nome storico della tradizione spumantistica dell’Oltrepò Pavese, da parte della newco Valle della Versa. La nuova società, costituita al 51% da Terre D’Oltrepò e al 49% da Cavit, si è imposta all’asta del 20 febbraio con un’offerta di 4,2 milioni di euro.

Il piano di rilancio del brand, dichiarato fallito lo scorso luglio, passa dunque attraverso i progetti del primo player vinicolo pavese, Terre D’Oltrepò, nato nel 2008 dalla fusione tra la Cantina Sociale Intercomunale di Broni e la Cantina di Casteggio, e il sesto gruppo nazionale per fatturato 2015, Cavit, con dieci cantine sociali e 4.500 viticoltori associati che rappresentano il 60% della produzione trentina.

Dopo una prima asta andata deserta lo scorso dicembre, partendo da un prezzo base di 5,6 milioni, nelle ultime settimane la gara per l’acquisizione di La Versa si era fatta serrata, a seguito dell’interesse da parte di Cantina di Soave, altra società cooperativa che ambiva al marchio di Oltrepò, che con la materializzazione dell’alleanza tra Pavia e Trento ha successivamente ritirato l’offerta irrevocabile di acquisto di 4,15 milioni di euro, che le avrebbe consentito di aggiudicarsi la cantina nel caso non si fossero presentati altri contendenti.

I primi commenti dei due azionisti della newco, legati da rapporti consolidati di collaborazione commerciale, sono di legittima soddisfazione. “Si tratta di un’operazione strategica – afferma in una nota Andrea Giorgi, presidente di Terre D’Oltrepò – e di grande importanza per la valorizzazione e il rilancio dell’intero territorio dell’Oltrepò pavese alla luce del nuovo corso intrapreso dalla nostra cantina. In questo contesto, abbiamo identificato in Cavit il partner ideale, non soltanto dal punto di vista finanziario, ma soprattutto per le consolidate competenze gestionali”. Gli fa eco il presidente di Cavit, Bruno Lutterotti: “Siamo lieti di poter contribuire con la nostra esperienza tecnica e manageriale a questa operazione di rilancio, esempio di come ‘fare sistema’ nel mondo cooperativo e di creare valore per i soci viticoltori.”

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