Perché la gente viaggia? Per mangiare e bere bene, naturalmente! Cibo, vino e sempre più birra sono alla base di un turismo fatto non solo di luoghi, ma soprattutto di esperienze. Ad affermarlo è il Food Travel Monitor 2016 che è stato presentato in anteprima mondiale la scorsa settimana a Milano da World Food Travel Association, delineando nuove dinamiche di mercato e definendo 13 profili psico-culinari del ‘Food Travellers’ di oggi. Sorprende tuttavia la percentuale dei turisti internazionali attratti principalmente da wine&food: si tratta del 49%, praticamente la metà del campione interpellato.
“Il Food – si legge nella presentazione dello studio – è oggi un elemento fondamentale dell’esperienza turistica, non solo perché contribuisce significativamente al suo gradimento, ma anche perché è in forte crescita come motivazione primaria di viaggio. Il fenomeno andrà a rafforzarsi nei prossimi anni perché particolarmente interessati all’elemento cibo sono i giovani Millenials e i turisti di paesi come Cina e India, i grandi turisti di domani”. Ad accendere l’interesse verso il turismo enogastronomico sono due altri aspetti. Innanzitutto, l’Italia è la destinazione preferita dai viaggiatori del cibo; in secondo luogo, questi turisti dispongono di una maggiore propensione alla spesa, legata al consumo immediato di prodotti alimentari e anche allo shopping mirato su souvenir da degustare al ritorno in patria o con cui omaggiare amici e parenti. “Inoltre – riporta lo studio – il turista del cibo condivide maggiormente le proprie esperienze di viaggio sui social media, ed è probabile che a casa propria acquisti i prodotti che ha assaggiato nel corso della sua vacanza”.
Il turista cinese indica l’Italia come unica meta enogastronomica al di fuori dell’Oriente, mentre per l’americano si tratta della sola destinazione estera citata dagli intervistati. Si conferma al primo posto anche per i tedeschi, che addirittura segnalano a parte la Toscana (4° posto) e Roma (10° posto) come mete enogastronomiche d’eccellenza.
La ricerca riporta infine 13 profili psico-culinari del turista wine&food internazionale. La percentuale più alta (46%) si riconosce nella figura dell’autentico, che cerca cibi e bevande preparati secondo le ricette e le tradizioni della posto, precedendo l’eclettico (44%) sospeso tra varie tendenze gustative e il locale (35%) che privilegia il territorio in cui si muove. È ancora bassa (8%) la quota dei vegetariani e vegani, mentre ha ottenuto notevole forza (30%) il profilo social.